In tutta Italia si è svolta una giornata di mobilitazione su iniziativa del sindacato Usb, unita a diverse associazioni, per richiedere la regolarizzazione dei lavoratori stranieri. Manifestazioni si sono tenute in città come Roma, Napoli, Palermo, Novara e Foggia, dove i partecipanti hanno portato alla luce le difficoltà quotidiane affrontate dai migranti. Il contesto attuale mostra un quadro complesso nel quale i diritti di molti non sono tutelati come dovrebbero, rendendo la situazione sempre più critica.
Le problematiche dei lavoratori migranti
Ogni giorno, i lavoratori e le lavoratrici migranti si trovano a dover affrontare ostacoli significativi, che vanno dalla registrazione presso le questure ad altri aspetti pratici della vita quotidiana. Molti rimangono in fila per giorni e notti, solo per fissare un appuntamento necessario per il permesso di soggiorno. Tra le difficoltà più rilevanti ci sono la mancanza di accesso ai servizi sanitari, il blasone dell’affitto di una casa e le complicazioni nell’aprire un conto corrente.
Stefano De Angelis, responsabile lavoro migrante presso Usb, ha sottolineato che “queste persone non godono degli stessi diritti quando si rivolgono alle istituzioni, ad esempio per ottenere la residenza o la tessera sanitaria.” Il problema dell’accesso all’Iban è emerso come uno dei punti più critici, specialmente per i richiedenti asilo, che si trovano a dover affrontare un sistema burocratico complesso.
Il paradosso della burocrazia
Un ulteriore aspetto complesso è rappresentato dalla situazione dei richiedenti asilo. Quando presentano la loro richiesta alla Questura, ricevono un attestato nominativo che funge da sostituto del permesso di soggiorno, valido in attesa della valutazione da parte della Commissione. Mattia Gregorio, della Federazione del sociale Usb, ha evidenziato il paradosso che ne deriva: “spesso, quando questi individui cercano di aprire un conto in banca o in posta, l’attestato viene rifiutato.”
Federica Remiddi, avvocata di Asgi, ha aggiunto che in molte questure, inclusa quella di Roma, il rilascio di tale documento non prevede una scadenza. Gli uffici postali, al contrario, esigono che ci sia una validità limitata per procedere ad aprire un conto. Tali discrepanze tra le normative degli uffici pubblici e le pratiche adottate dalle banche e dalle poste creano complicazioni notevoli per chi cerca di integrarsi e di accedere ai servizi essenziali.
Difficoltà pratiche nelle aperture di conto
Il FattoQuotidiano.it ha condotto un’inchiesta, visitando vari uffici postali della capitale e riscontrando concretamente le difficoltà che i richiedenti asilo affrontano. Quando Poste Italiane è stata contattata per fornire chiarimenti sulla questione, ha confermato che un richiedente asilo deve presentare documentazione specifica, tra cui il codice fiscale e la ricevuta della richiesta di protezione internazionale, ancora in corso di validità.
Nel corso del 2024, Asgi ha ricevuto circa 50 segnalazioni riguardo a problemi nell’aprire conti bancari. La risposta dell’associazione è stata intraprendere azioni legali contro le prassi considerate discriminatorie. Sono state avviate circa dieci cause e i risultati, in gran parte, sono stati favorevoli, con il tribunale civile di Roma che ha ordinato l’apertura dei conti anche con la ricevuta provvisoria.
Le conseguenze sul mercato del lavoro
L’assenza di un Iban per i lavoratori migranti si traduce in difficoltà ancora più gravi, come la perdita di opportunità di lavoro regolare. Senza la possibilità di essere contrattualizzati, molti si ritrovano costretti a lavorare in nero, con tutte le conseguenze negative che questo comporta. Mattia Gregorio ha rimarcato come “l’impossibilità di ricevere stipendi in modo legittimo stia contribuendo a un sistema di sfruttamento, aumentando il rischio di caporalato.”
L’attività di mobilitazione di Usb e delle associazioni coinvolte si propone di porre rimedio a queste ingiustizie, affinché i diritti dei lavoratori stranieri vengano finalmente rispettati e riconosciuti in ogni ambito della società. La mobilitazione rappresenta non solo una lotta per la regolarizzazione, ma anche un appello alla solidarietà e all’inclusione sociale in un periodo di crescente disuguaglianza.