La questione del presunto divieto di giocare a cricket a Monfalcone ha suscitato un acceso dibattito mediatico e politico. L’europarlamentare Anna Maria Cisint, già sindaco della città, è intervenuta per smentire le notizie diffuse da alcuni organi di informazione, contestando le accuse di razzismo e l'interpretazione distorta delle normative comunali. Questo articolo analizza le affermazioni di Cisint e il contesto in cui si è sviluppata questa controversia.
Le accuse di fakenews e la reazione di Cisint
La difesa dell'ex sindaco
A seguito di un articolo pubblicato dalla BBC, che riporta un presunto divieto di cricket a Monfalcone, Anna Maria Cisint ha deciso di rispondere in maniera diretta e incisiva, dichiarando che le notizie diffuse sono frutto di una campagna mediatica mirata a danneggiarla. Nella sua nota, Cisint rompe il silenzio su quello che definisce un attacco infondato, evidenziando come non solo l'articolo in questione sia fazioso, ma anche come non vi sia stata alcuna richiesta di chiarimento sulla sua versione dei fatti.
"Questa è l'ennesima manifestazione di un bombardamento mediatico volto a colpirmi nella mia battaglia per il bene della comunità", afferma Cisint, sottolineando che le critiche non riguardano solo la sua persona, ma l'intera cittadinanza che si sente oppressa dalle prevaricazioni delle comunità islamiche. La sua posizione si regge sulla supposta esistenza di una volontà di un certo gruppo di non rispettare le regole comuni, utilizzando la scusa del razzismo per giustificare comportamenti che danneggiano il bene comune.
La questione della sicurezza pubblica
Nel suo intervento, Cisint chiarisce che il regolamento comunale non vieta il gioco del cricket in sé, ma limita alcune pratiche nelle aree pubbliche per garantire la sicurezza di beni materiali e delle persone. Questa normativa, dice, è applicabile a tutte le attività, siano esse sportive o ricreative, e non interessa solo il cricket. Le restrizioni, quindi, sono dettate dalla necessità di evitare situazioni problematiche e di proteggere l’ordine pubblico. Cisint insiste sul fatto che l’interpretazione della notizia sia distorta e rappresenti solo un pretesto per attaccare la sua figura e il suo operato come leader locale.
Le accuse di discriminazione e la stampa di sinistra
La critica alle narrazioni dei media
Cisint afferma che, dietro le polemiche sul cricket, si nasconda un tentativo più ampio di delegittimare il suo operato e la sua voce in materia di immigrazione e integrazione. Parla di una narrazione costruita ad arte, che pone l'accento su un presunto razzismo, mentre omette criticità importanti per la comunità di Monfalcone. "Nessuno parla delle nuove scuole costruite per le famiglie locali, del fatto che il 90% del welfare comunale venga assorbito da extracomunitari o delle problematiche legate alla manodopera importata dalla grande azienda presente in città”, afferma, evidenziando così un apparente doppio standard nei reportage giornalistici.
Il volto dell’integrazione e della sicurezza
Cisint mette in risalto anche questioni sociali che ritiene siano ignorate dai media, citando aneddoti riguardanti donne e bambine sottomesse a forme di radicalismo religioso che notoriamente contrastano con i valori democratici e di libertà. Secondo l'europarlamentare, questa problematica richiede un'apertura di dialogo e una maggiore attenzione, piuttosto che la messa in discussione di misure che mirano alla sicurezza e al benessere collettivo.
Il messaggio finale di Cisint si concentra su un appello alla comunità, esortando i cittadini a non lasciarsi influenzare da una stampa che tende a distorcere la realtà. La sua intenzione è di rassicurare gli abitanti di Monfalcone che le normative vigenti sono state create per il bene di tutti e non mirano a escludere qualcuno.
