Monia Scalera visita la casa circondariale di Pescara: le sfide della nuova Garante dei detenuti

Monia Scalera visita la casa circondariale di Pescara: le sfide della nuova Garante dei detenuti

Monia Scalera, nuova Garante dei detenuti dell’Abruzzo, visita la Casa circondariale di Pescara per affrontare il sovraffollamento e promuovere iniziative di reinserimento e miglioramento delle condizioni carcerarie.
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Monia Scalera visita la casa circondariale di Pescara: le sfide della nuova Garante dei detenuti - Gaeta.it

Monia Scalera ha fatto il suo primo impegno ufficiale come Garante dei detenuti della Regione Abruzzo, visitando la Casa circondariale ‘San Donato‘ di Pescara. Questo incontro segna un passo significativo per Scalera nel suo nuovo ruolo, evidenziando problematiche serie e urgenti che affliggono gli istituti penitenziari della regione. La sua visita offre un’opportunità per approfondire le condizioni attuali e le iniziative necessarie per migliorare la situazione dei detenuti.

Un incontro costruttivo

Durante la visita, Monia Scalera ha avuto un dialogo aperto e fruttuoso con il personale della struttura, in particolare con la direttrice Armanda Rossi, la comandante Miriam Di Desidero e le educatrici Rina Pisano e Sonia Malatesta. Scalera ha descritto l’incontro come cortese e dettagliato, ponendo l’accento su quanto sia fondamentale instaurare un dialogo diretto tra gli organi di sorveglianza e le istituzioni carcerarie. Questa interazione è cruciale per comprendere le problematiche quotidiane che affrontano i detenuti e il personale.

Scalera ha immediatamente focalizzato l’attenzione su un aspetto drammatico: il sovraffollamento della struttura. La Casa circondariale ‘San Donato‘, infatti, è progettata per ospitare 276 detenuti ma attualmente ne accoglie 452, ben oltre il limite tollerabile di 368 unità. Questa situazione di sovraffollamento non solo compromette le condizioni di vita all’interno del carcere, ma aggrava anche la già preoccupante carenza di organico, un problema che rende ancora più difficile garantire diritti e servizi adeguati ai detenuti.

I problemi del sovraffollamento e della carenza di organico

Il sovraffollamento rappresenta una delle sfide principali per le strutture carcerarie, compromettendo la sicurezza e la salute dei detenuti, nonché la possibilità di reinserimento nella società. Scalera ha sottolineato l’importanza di affrontare questa questione in modo prioritario, esprimendo la necessità di politiche e interventi mirati per ridurre il numero di persone in detenzione. Al contempo, la Garante ha richiamato l’attenzione sulla carenza di personale, un aspetto che richiede investimenti significativi per garantire un’assistenza adeguata ai detenuti.

Le condizioni di vita all’interno delle carceri influenzano, inoltre, il percorso di recupero e riabilitazione dei detenuti. Per affrontare le problematiche legate al sovraffollamento e alla mancanza di personale, è essenziale che le istituzioni collaborino attivamente e che ci sia un rinnovato impegno politico per trovare soluzioni concrete e sostenibili. Scalera ha affermato che il dialogo e la collaborazione tra le varie istituzioni sono fondamentali per il buon funzionamento dell’intero sistema penitenziario.

Progetti e iniziative per migliorare la vita in carcere

Nonostante le difficoltà riscontrate, Monia Scalera ha evidenziato l’implementazione di programmi significativi all’interno della Casa circondariale ‘San Donato‘. Tra le iniziative più interessanti c’è il progetto ‘Opportunitas‘, che mira a favorire il reinserimento dei detenuti attraverso attività pratiche. Quest’iniziativa comprende l’insegnamento della manutenzione del verde, la coltivazione di orti e la pratica dell’apicoltura.

Questi programmi non solo fornirebbero competenze pratiche ai detenuti, ma rappresenterebbero anche un’opportunità per migliorare la qualità della vita all’interno del carcere. Scalera ha sottolineato che, per raggiungere gli obiettivi prefissati dai progetti, è fondamentale puntare sulla riapertura di settori attualmente chiusi, il che richiede interventi di messa a norma.

La formazione professionalizzante all’interno delle strutture carcerarie potrebbe rappresentare una chiave importante per il futuro dei detenuti. Strumenti mirati per il miglioramento delle loro competenze possono favorirne il reinserimento nella società, trasformando il carcere in un luogo di riabilitazione piuttosto che di punizione.

La necessità di una rete istituzionale solida

Un aspetto che emerge con chiarezza dal dialogo di Scalera con il personale del carcere è l’importanza di rafforzare la rete tra le istituzioni. Le sinergie tra gli enti locali, le organizzazioni non governative e le istituzioni carcerarie sono fondamentali per affrontare effettivamente le problematiche legate al sistema penitenziario. Scalera ha ribadito che per realizzare un cambiamento concreto è necessario un maggiore impegno da parte delle autorità competenti.

L’approccio collegiale permetterebbe di realizzare progetti più efficaci e sostenibili, in grado di contribuire positivamente alla vita dei detenuti e alla loro reintegrazione. La Garante ha proposto di creare tavoli di lavoro e discussione, onde affrontare insieme le difficoltà operative e trovare soluzioni condivise e praticabili.

L’interesse e l’impegno di Monia Scalera nel suo nuovo ruolo come Garante dei detenuti rappresentano un passo significativo verso una maggiore attenzione sui temi del carcere e della giustizia. La visita alla Casa circondariale di Pescara è solo l’inizio di un percorso che desidera affrontare le questioni critiche del sistema penitenziario abruzzese.

Ultimo aggiornamento il 15 Dicembre 2024 da Sara Gatti

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