Terracina, situata lungo la costa laziale, è protagonista di un intenso monitoraggio ambientale con l’arrivo della 38esima edizione di Goletta Verde, la storica campagna di Legambiente. Questo programma non solo si concentra sulla qualità delle acque, ma affronta anche temi cruciali come la depurazione, la crisi climatica e la biodiversità. Le recenti rilevazioni di Goletta Verde si uniscono ai dati dell’Arpa Lazio, fornendo una panoramica completa sulla situazione ambientale della regione, in particolare nelle aree vulnerabili alle problematiche di inquinamento. Tra i punti all’attenzione emerge la foce del fiume Portatore a Porto Badino che, sfortunatamente, risulta inquinata. Tuttavia, rispetto ad altre località, Terracina non è considerata un “sorvegliato speciale” per inquinamento severo.
I risultati del monitoraggio di Legambiente in Lazio
Un’analisi approfondita
Legambiente, attraverso Goletta Verde, ha eseguito campionamenti in diverse località della costa laziale, focalizzandosi su luoghi storicamente a rischio di inquinamento. A differenza dei metodi di monitoraggio standardizzati da Arpa Lazio, Goletta Verde si avvale di un approccio basato su segnalazioni di cittadini e circoli locali, andando a toccare siti critici, come foci di fiumi e corsi d’acqua che sfociano sul mare. I dati ottenuti non solo evidenziano la situazione in Terracina, ma pongono l’accento su una generale preoccupazione legata alla salute delle acque di balneazione nel Lazio.
L’importanza della qualità delle acque
Un punto rilevante è l’andamento della qualità delle acque di balneazione a Terracina e nei comuni limitrofi. Mentre il fiume Portatore mostra segni di inquinamento, altri punti lungo la costa sono sotto osservazione per la loro conformità agli standard di qualità. La presenza di campagne di sensibilizzazione e azioni di monitoraggio continuo è cruciale per informare cittadini e turisti sulla situazione delle acque, e per stimolare una risposta proattiva da parte delle autorità locali. La salute delle acque non è solo una questione ambientale, ma anche un pilastro della sicurezza e del benessere della comunità e dell’industria turistica.
Le sfide dell’erosione costiera e del consumo di suolo
Erosione della costa laziale
La costa laziale, specialmente il territorio di Terracina, è afflitta da problemi di erosione costiera che si sono intensificati negli ultimi anni. Un dossier di Legambiente ha rivelato che tra il 2006 e il 2020, il 60,6% della costa ha subito variazioni significative, con un record di perdita di spiaggia a Latina. Tuttavia, si nota che Terracina, con un tasso di avanzamento della linea di costa del 61,8%, si trova nella posizione di avere un litorale in riemersione. Questa situazione, sebbene possa sembrare positiva, deve essere interpretata con cautela, poiché riflette uno squilibrio ecologico.
L’impatto del consumo di suolo costiero
Il consumo di suolo nell’area costiera è un’altra problematica critica. Attualmente, il 30% del litorale laziale è soggetto a cementificazione, e Terracina è tra i comuni più colpiti, con un significativo dato di consumo di suolo. La legge Galasso del 1991 ha sancito l’inedificabilità in fascia costiera, ma molte aree continuano a essere oggetto di pressione urbanistica. È fondamentale che il Comune prenda misure concrete per arginare questo fenomeno, affiancando strategie di rinaturalizzazione e controlli serrati sulle costruzioni.
Eventi climatici estremi e problematiche future
La crescita degli eventi estremi
Un aspetto allarmante è l’aumento di eventi estremi lungo la costa. Secondo l’Osservatorio Città Clima di Legambiente, dal 2010 a oggi, sono stati registrati 816 eventi, con un incremento del 14,6%. Terracina è stata colpita da fenomeni meteorologici estremi, tra cui trombe d’aria e mareggiate devastanti, conducendo a seri danni infrastrutturali e al disastro climatico del 29 ottobre 2018. Questo tipo di situazione non è affatto sporadica, ma parte di un trend che deve allertare le autorità locali e nazionali.
Strategia di difesa della costa
Per far fronte a queste emergenze, il Comune di Terracina deve adottare un approccio sistemico e lungimirante per proteggere le sue risorse naturali. È necessaria un’azione coordinata tra enti locali, organizzazioni e cittadini per definire un piano di salvaguardia che contempli misure di monitoraggio e interventi di protezione costiera. La creazione di aree di balneazione sicure e la conservazione degli ecosistemi naturali lungo la costa costituiscono altrettanti obiettivi prioritari.
L’importanza della sinergia tra enti
Collaborazione con Legambiente e altre autorità
Un aspetto cruciale è la sinergia tra il Comune di Terracina, Legambiente e altri enti competenti nella gestione delle acque e del territorio. La situazione delle acque di balneazione evidenzia quanto sia necessario uno sforzo collettivo per migliorare i servizi di depurazione e prevenire l’inquinamento. Collaborazioni come quelle con il laboratorio Goletta Verde possono fornire dati utili per una gestione più oculata delle risorse idriche e per garantire che i progetti in corso siano in linea con le necessità del territorio.
Prospettive per il futuro
In vista della scadenza della delibera comunale per la gestione delle concessioni demaniali e delle evidenze pubbliche, rappresenta un’opportunità imperdibile per avviare riforme che privilegiino la sostenibilità. La revisione del Piano di Utilizzazione degli Arenili Comunali è un passo importante verso la creazione di norme più severe sul consumo di suolo e sul rispetto dell’ambiente. È essenziale che il nuovo Piano non solo promuova la salvaguardia delle risorse naturali, ma crei anche vantaggi per gli operatori balneari che investono in pratiche ecologiche.
La situazione ecologica e sociale di Terracina necessita di essere affrontata con urgenza e determinazione, creando un sinergico lavoro tra le istituzioni e la comunità per garantire un futuro sostenibile per il litorale e il suo prezioso patrimonio naturale.
Ultimo aggiornamento il 23 Luglio 2024 da Laura Rossi