L’amministrazione comunale di Monsano si prepara a commemorare un episodio tragico legato alla seconda guerra mondiale. Nel 2025, in occasione dell’80° anniversario della Liberazione, verrà inaugurato un cippo in memoria di Attone Colocci Vespucci, giovane nobile vittima della violenza nazista. La cerimonia si svolgerà nella zona di via Breccia, luogo in cui fu ritrovato il corpo senza vita del giovane. Alla commemorazione parteciperanno autorità locali, rappresentanti dell’Anpi, studenti e la Banda Musicale S. Ubaldo.
la cerimonia e il ricordo della liberazione
Giovedì 24 aprile alle 10:30 Monsano ospiterà la cerimonia di inaugurazione del cippo dedicato ad Attone Colocci Vespucci. Prima di questa, alle 10:00 ci sarà la deposizione di una corona al Monumento dei Caduti, seguita da una Marcia della Pace che partirà da piazza Caduti e si concluderà al parco 25 Aprile. La scelta dei luoghi non è casuale: rappresentano punti simbolici per la memoria della liberazione e della lotta contro il nazifascismo.
L’evento vuole riportare alla luce la storia di un giovane che, oltre a far parte di una nobile famiglia jesina, fu strappato alla vita da una delle pagine più cruente del conflitto. La sua vicenda, fino ad oggi poco conosciuta, arriva a testimonianza delle atrocità commesse durante gli ultimi mesi della guerra in Italia. All’evento prenderanno parte anche i ragazzi della scuola secondaria di Monsano e la Banda Musicale S. Ubaldo, integrando la commemorazione con momenti di riflessione e partecipazione collettiva.
il racconto della tragedia: la morte di attone colocci vespucci
Attone Colocci Vespucci nacque a Roma il 3 febbraio 1919 e durante il ritiro delle truppe tedesche nel 1944 venne catturato nelle vicinanze del fiume Esino, il 19 luglio. Costretto sotto minaccia a trasportare un carro pesante per diversi chilometri, subì estrema fatica e maltrattamenti. I fatti si svolsero intorno a via Breccia e via Guastuglie, zone rurali frequentate da contadini e mezzadri, che a loro volta rimasero spettatori silenziosi di quella tragedia.
Una contadina, che si trovava in località Selva Torta, vide Attone per l’ultima volta. Stremato e disidratato, chiese da bere. La donna gli offrì del vino; lui accettò solo un sorso, annacquato con dell’acqua, ma alla fine non lo bevve, spiegò semplicemente che “non gli andava giù” e la ringraziò. Dopo questo episodio, il giovane continuò a spingere il carro verso la destinazione ignota. Il giorno seguente fu trovato morto in mezzo a un campo, con due ferite di arma da fuoco al petto e il corpo martoriato. La crudezza di quel ritrovamento segnò la fine della sua vita e lasciò una ferita aperta nella comunità.
la memoria e il nome di una famiglia storica
La famiglia Colocci Vespucci ha radici antiche e rappresenta un ramo storico di Jesi, il cui nome è stato legato a varie vicende culturali e sociali nel tempo. Il sacrificio di Attone è ricordato con una scritta posta sulla sua tomba, che lo definisce vittima “della barbarie nemica” e “ultimo di una famiglia millenaria e gloriosa”. Questo riconoscimento non vuole celebrare soltanto l’aspetto nobiliare, ma sottolineare la brutalità con cui la guerra colpì chiunque si trovasse nel mezzo, senza distinzione di ceto o status.
Nel libro “Conoscere Jesi”, scritto da G. Luconi e P. Cocola, sono riportati particolari della sua vicenda, utili a mantenere vivo il ricordo tra le generazioni. La commemorazione voluta da Anpi e sostenuta dal sindaco Roberto Campelli si inserisce in questo contesto. Il primo cittadino ha richiamato la testimonianza delle famiglie locali, che cercarono di aiutare il giovane. Quell’episodio, rievocato a decenni di distanza, serve a riflettere sul peso della guerra e sulla violenza insensata che la accompagnò.
I momenti di raccolta civica come questo si svolgono con l’obiettivo di non dimenticare. Ricordare Attone significa anche ribadire l’importanza della pace e del rispetto della dignità umana. Monsano si unisce così all’elenco di luoghi che conservano tracce concrete degli eventi bellici, per consegnare alle nuove generazioni un patrimonio di memoria basato sui fatti e sulle persone che li hanno vissuti.