Monsignor Carbonaro invita a promuovere la pace e il rifiuto della violenza tra i giovani

Monsignor Carbonaro invita a promuovere la pace e il rifiuto della violenza tra i giovani

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Monsignor Carbonaro invita a promuovere la pace e il rifiuto della violenza tra i giovani - Gaeta.it

La recente visita del Cardinale Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme per i Latini, a Matera ha avuto come protagonista l’arcivescovo metropolita di Potenza, monsignor Davide Carbonaro. Durante il suo discorso, Carbonaro ha sollevato preoccupazioni riguardo all’influenza negativa di giochi e simboli di violenza sui bambini e sugli adolescenti. Le sue dichiarazioni offrono un’importante riflessione sulla responsabilità educativa e sociale che tutti noi abbiamo nel costruire un futuro di pace.

Il rifiuto delle armi nella vita dei giovani

La denuncia di monsignor Carbonaro

Monsignor Carbonaro ha aperto il suo intervento esprimendo una forte indignazione per la presenza di armi, anche se di plastica, tra i più giovani. Secondo lui, l’influenza di simili oggetti sullo sviluppo dei bambini è preoccupante e segna un allarmante allontanamento dai valori conciliatori e pacifici. Il presule ha parlato di un cambiamento necessario nelle azioni quotidiane degli adulti, che dovrebbero astenersi dal regalare ai loro figli giochi che richiamano alla guerra, sottolineando come tali pratiche non possano essere giustificate in un contesto educativo sano e costruttivo.

L’importanza dell’educazione alla pace

Il messaggio di Carbonaro invita a riflettere sull’importanza di educare i più giovani attraverso strumenti che promuovano la creatività e la speranza. “Regaliamo ai nostri ragazzi pastelli colorati”, ha affermato, enfatizzando il valore del disegno come forma di espressione positiva e desiderio di un futuro migliore. Questa prospettiva rafforza la convinzione che l’educazione alla pace debba partire dalle famiglie e dalle scuole, attraverso attività che incoraggiano il dialogo e la comprensione reciproca.

Il messaggio di solidarietà al patriarca di Gerusalemme

La condivisione del dolore

In un momento di particolare profondità emotiva, monsignor Carbonaro ha voluto esprimere la sua solidarietà al Cardinale Pizzaballa, riconoscendo il peso del dolore che il Patriarca e il suo popolo portano nel cuore. Questo riconoscimento serve a sottolineare che i conflitti e le violenze non conoscono confini, affliggendo comunità e famiglie, e chiedendo a tutti, non solo ai diretti interessati, di farsi carico del problema.

La chiamata alla giustizia e alla pace

Il presule potentino ha colto l’occasione per esprimere gratitudine ai cristiani di Terra Santa, che, nonostante le difficoltà e le incertezze quotidiane, rimangono fedeli ai loro luoghi d’origine. Il suo appello sottolinea l’importanza di sostenere la giustizia e la pace, suggerendo che tale responsabilità non sia un compito esclusivo di qualche ente o leader, ma un impegno che ognuno di noi deve assumere, partendo dalla quotidianità. “Dobbiamo prenderci cura gli uni degli altri”, ha concluso, evidenziando che la soluzione ai conflitti può iniziare anche dalla gestualità semplice e dalla disponibilità all’ascolto e alla comprensione.

Una visione di speranza per il futuro

La costruzione di un futuro migliore

La posizione assunta da monsignor Carbonaro riflette una visione di speranza per le generazioni future, che non potranno crescere nel segno della violenza e della paura, ma piuttosto nell’accoglienza e nella condivisione. La sua richiesta di promuovere l’uso di strumenti educativi positivi, come i pastelli e le arti, si presenta come un segnale di speranza in un mondo in cui la schematizzazione della violenza rischia di prendere il sopravvento.

L’importanza dell’unità comunitaria

Infine, il messaggio di Carbonaro serve a ribadire l’importanza dell’unità e della solidarietà tra le comunità, specialmente in un periodo in cui le divisioni possono facilmente acuirsi. Creare ponti di comunicazione e supporto reciproco non è solo una questione di responsabilità sociale, ma un imperativo morale che può contribuire a realizzare una società più umana e giusta. La pace, come ricordato dall’arcivescovo, deve avere inizio presso “la porta accanto”, richiamando tutti noi a un impegno attivo nel promuovere il bene comune.

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