Monsignor Di Donna: “Dare la vita è il gesto più rivoluzionario” all’omelia di Ercolano

Monsignor Di Donna: “Dare la vita è il gesto più rivoluzionario” all’omelia di Ercolano

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Monsignor Di Donna: “Dare la vita è il gesto più rivoluzionario” all’omelia di Ercolano - Gaeta.it

La Basilica di Santa Maria a Pugliano, a Ercolano, ha ospitato l’omelia di monsignor Antonio Di Donna in occasione della novena della MADONNA ASSUNTA, patrona della città. Durante la celebrazione, il vescovo ha riflettuto sull’importanza del sacrificio e dell’impegno personale, citando anche l’anniversario dell’uccisione di padre Massimiliano Kolbe. La sua riflessione ha toccato temi di rilevanza sociale, culturale e ambientale, richiamando l’attenzione su problemi attuali e la necessità di un maggiore impegno civico fra i cittadini.

Il gesto di sacrificio di padre Kolbe

L’omelia di monsignor Di Donna si è aperta con un richiamo alla figura di padre Massimiliano Kolbe, santo che si distinse per il suo atto di amore estremo durante la Seconda guerra mondiale. Il 14 agosto 1941, Kolbe si offrì per morire al posto di un prigioniero, un padre di famiglia, condannato a morte nel campo di concentramento di Auschwitz. Questo gesto è stato descritto dal vescovo come “il più rivoluzionario della storia”, un atto di amore puro in un tempo di odio e violenza. Monsignor Di Donna ha invitato i fedeli a considerare come di fronte a “un’apatia e un’indifferenza culturalmente diffusa” l’unica risposta possibile sia quella di rispondere all’invito di dare la propria vita per una causa più grande. “È l’unica riserva che ci è rimasta”, ha commentato, sottolineando che tali atti di sacrificio possano rivelarsi cruciali nella lotta contro le ingiustizie sociali e culturali.

L’importanza dell’impegno comune

Proseguendo il suo discorso, mons. Di Donna ha affrontato il tema della democrazia e dell’emergenza giovanile. Nella sua analisi, ha evidenziato come le problematiche giovanili richiedano un impegno attivo da parte della comunità e che il senso di appartenenza deve essere nutrito e alimentato da un’efficace educazione civica. “Il senso di comunità deve essere più vivo”, ha rimarcato, indicando che non è sufficiente affidarsi alle forze dell’ordine o agli amministratori locali. “Tutti, in particolare i sacerdoti e i parroci, devono giornalmente contribuire a questa cultura di impegno e bene comune”. Tale impostazione si inserisce in una storia millenaria di Resistenza, che affonda le sue radici nel riscatto della popolazione avvenuto il 14 agosto 1699, quando i cittadini locali si liberarono dal dominio feudale.

L’unione tra festa religiosa e civile

Il 14 agosto non è solo un giorno di preghiera, ma rappresenta anche un momento di riflessione civile per la popolazione di Ercolano. Mons. Di Donna ha sottolineato l’importanza di ricordare la congiunzione tra la festa religiosa e i eventi storici che hanno segnato la comunità. “Diciamo no all’indifferenza e sì al bene comune”, ha esclamato, esortando i fedeli a prendere parte attivamente alla costruzione di un ambiente democratico sano e inclusivo. La richiesta di maggiore partecipazione si rivolge anche a tutti i cittadini, affinché ognuno possa contribuire alla crescita e al miglioramento della collettività.

La salvaguardia dell’ambiente

Non meno importante, è stato il richiamo di monsignor Di Donna alla questione ambientale. La riflessione sulla salvaguardia del territorio, della “madre terra” e dei prodotti locali è stata un tema chiave durante la celebrazione. Il vescovo ha evidenziato la necessità di un cambiamento nella cultura del consumo, criticando la moda veloce che porta a ingenti sprechi e inquinamento ambientale. Ha parlato della valorizzazione del mercato del vintage, come esempio di un’alternativa sostenibile alla produzione di massa. Questo approccio rappresenta un’opportunità concreta per sostenere l’ambiente e riscoprire una cultura più rispettosa delle risorse naturali.

Un appello alla custodia del territorio

Mons. Di Donna ha concluso la sua predica con un forte appello a non permettere l’inquinamento della terra di Ercolano, del Vesuvio e del mare. Ha sottolineato che ogni cittadino ha la responsabilità di custodire il territorio, che non è solo una questione ecologica, ma anche etica e culturale. “La terra ci nutre e noi dobbiamo custodirla perché è nostra madre”, ha detto, invitando i presenti a riflettere sul loro rapporto con l’ambiente e sull’importanza di un futuro sostenibile. Queste parole hanno ricevuto un caloroso consenso dalla comunità religiosa affollata nella basilica, dimostrando come l’amore per la terra e l’impegno per il bene comune possano andare di pari passo.

  • Elisabetta Cina

    Elisabetta è una talentuosa blogger specializzata in attualità, con un occhio critico sui temi caldi del momento. Laureata in comunicazione, ha trasformato la sua passione per il giornalismo in una carriera online, creando un blog di successo che esplora e discute le ultime tendenze in politica, società e cultura. Conosciuta per il suo approccio analitico e la capacità di sintesi, Elisabetta attira lettori che cercano una prospettiva affilata e ben informata sugli eventi mondiali. Attraverso il suo blog, offre non solo notizie, ma anche approfondimenti e riflessioni che stimolano il dialogo e la comprensione.

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