Il 25 aprile, in occasione dell’ottantesimo anniversario della Liberazione, Jesi celebra con una serie di iniziative legate al recupero e alla valorizzazione dei suoi monumenti storici. I restauri ai monumenti ai caduti e ai partigiani hanno restituito centralità ai luoghi della memoria, pronti ad accogliere cittadini e istituzioni in una giornata dedicata al ricordo e all’onore delle tante vite spezzate durante la seconda guerra mondiale.
La cerimonia del 25 aprile e il programma ufficiale
Domani, 25 aprile 2025, alle 10.30 si svolgerà la tradizionale messa al campo presso i giardini pubblici di Jesi. Da lì partirà un corteo con destinazione piazza indipendenza dopo una partenza dall’arco clementino. Quest’ultima tappa sarà teatro della cerimonia di omaggio ai caduti con la deposizione di corone d’alloro e gli interventi delle autorità locali. L’evento conferma l’importanza storica e civile dell’anniversario, che coinvolge ogni anno la comunità jesina in un momento di riflessione collettiva.
Il corteo e la messa al campo si inseriscono in una tradizione consolidata. Ogni anno, infatti, la città rinnova la memoria dei sacrifici dei suoi cittadini partigiani. La sua organizzazione punta a coinvolgere diverse generazioni, mantenendo vivo il racconto storico attraverso la partecipazione diretta alla commemorazione.
Il restauro della lapide di armando magnani e primo panti a via delle orfane
Nella vigilia del 25 aprile, è stato eseguito un intervento di pulizia sulla lapide dedicata ad armando magnani e primo panti, due partigiani fucilati in via delle orfane. La lapide mostra ancora i fori dei proiettili sparati dal plotone fascista durante l’esecuzione avvenuta nel febbraio 1944. La conservazione di questi dettagli rende palpabile quel tragico episodio della storia locale e nazionale.
Armando magnani, cinquantenne di belvedere ostrense, operava come elettricista. Fu arrestato perché trovato in possesso di armi e giustiziato l’8 febbraio 1944. Il suo corpo rimase sul luogo per ore, prima di essere rimosso. Il giorno seguente, anche primo panti, muratore jesino, venne fucilato nello stesso luogo. Questi due giovani rappresentano un capitolo doloroso della lotta partigiana nel territorio.
Le autorità comunali hanno sottolineato l’importanza di questi restauri. Il sindaco, lorenzo fiordelmondo, ha dichiarato che «l’intervento sulla lapide era un dovere, una forma di rispetto verso chi ha sacrificato la propria vita nella lotta contro il fascismo». Ha ricordato, inoltre, il peso storico del ricordo che si lega a queste figure, rappresentative di un’epoca convulsa e difficile per l’Italia.
Il recupero del monumento ai caduti e del cippo via montecappone
Oltre alla lapide in via delle orfane, sono stati completati interventi anche sul monumento ai caduti situato nei giardini pubblici. L’area ha visto una pulizia generale che ha restituito dignità al luogo dedicato alla memoria di chi ha perso la vita in guerra. Questi spazi diventano così punti di riferimento per la comunità, dove storia e emotività si incontrano.
In via montecappone è stata ripristinata la staccionata che circonda il cippo in ricordo dei martiri del 20 giugno. Quel giorno del 1944 sette giovani furono uccisi dai nazifascisti. I nomi di armando e luigi angeloni, francesco cecchi, alfredo santinelli, mario saveri, enzo carboni e calogero grasceffo vengono così rinnovati nella memoria collettiva di Jesi.
Il lavoro di manutenzione e pulizia di questi monumenti non ha solo una funzione estetica. Serve a consolidare un legame tra passato e presente, confermando il valore dei sacrifici fatti. Il patrimonio storico della città torna così a essere un luogo di incontro per tutti, in una giornata che ricorda una pagina cruciale della storia italiana.