Monumenti Aperti è tornata a coinvolgere l’Italia con un programma ricco che si estende da maggio a novembre 2025. L’evento, giunto alla sua 29ª edizione, offre la possibilità di esplorare 800 siti storici, artistici, archeologici e naturali, distribuiti in 87 comuni e 19 regioni. Questa manifestazione si segnala come un’occasione per scoprire patrimonio meno noto e per entrare in contatto con la storia profonda di tante comunità.
Ogni anno Monumenti Aperti richiama l’attenzione su angoli del paese spesso ignorati, permettendo di conoscere e valorizzare opere e luoghi che testimoniano culture e tradizioni diverse. L’edizione di quest’anno si sviluppa su due fasi distinte e prevede un calendario ricco di visite, eventi e attività multimediali.
Focus sulla sardegna e le città coinvolte a maggio 2025
La prima parte della manifestazione si concentra su un approfondimento della regione Sardegna, terra che ospita il cuore di questo progetto culturale. Oltre 60 comuni dell’isola partecipano attivamente, aprendo siti di interesse storico e archeologico, come la Necropoli punica di Tuvixeddu a Cagliari, che rappresenta la più grande area funeraria del Mediterraneo di epoca punica. Questo territorio offre una ricchezza che si riflette nell’ampia varietà di tombe, strutture monumentali e reperti esposti nelle numerose collezioni museali locali.
In contemporanea, altre città italiane come Benevento, Chieti, Cosenza, Perugia e Roma arricchiscono l’itinerario di maggio. A Roma, l’Ecomuseo Casilino propone un viaggio nelle radici della capitale con esposizioni e visite guidate nei quartieri storici. Chieti presenta il suo Teatro Romano, monumento che racconta frammenti di vita dell’antichità. Benevento e Cosenza aprono castelli e abbazie medievali che custodiscono tesori d’arte sacra. Questi luoghi danno vita a un percorso variegato, capace di offrire spunti per approfondimenti in ambito storico e archeologico.
Esplorazioni autunnali da trieste a siracusa con eventi culturali e attività
La seconda fase di Monumenti Aperti si concentra nel periodo autunnale, da ottobre a novembre, estendendosi su tutto il territorio nazionale e toccando città dal nord al sud Italia. Si parte da Trieste e si arriva fino a Siracusa, con tappe significative in Torino, Mantova, Venezia, Ferrara, Palermo e altri centri urbani. Tra i siti più rilevanti ci sono il Palazzo dei Diamanti di Ferrara, sede di collezioni d’arte contemporanea, e la Basilica sotterranea di Porta Maggiore a Roma, un luogo poco conosciuto ma ricco di reperti storici.
Venezia mette in mostra le pietre d’inciampo che ricordano le vittime della deportazione nel ghetto antico, mentre Mantova invita a visitare il Museo Virgilio, dedicato al poeta latino che ha segnato la letteratura antica. Anche il Parco nazionale del Pollino, al confine tra Basilicata e Calabria, offre un connubio tra paesaggi naturali e siti archeologici, creando esperienze che legano natura e cultura.
L’intero percorso si arricchisce di eventi complementari come concerti, spettacoli teatrali e performance artistiche. Tali iniziative intendono valorizzare i luoghi e coinvolgere attivamente le comunità locali, trasformando la manifestazione in un momento di partecipazione collettiva.
Ruolo di studenti e volontari nella divulgazione culturale
Monumenti Aperti si regge su una rete di circa 20.000 studenti e volontari che presentano i monumenti ai visitatori, raccontando dettagli, storie e curiosità legate ai luoghi. Questi giovani rappresentano il motore della manifestazione e operano affinché l’esperienza non sia solo una visita guidata, ma anche un momento di scambio culturale e di approfondimento identitario.
I volontari collaborano con enti locali, musei e associazioni per offrire una narrazione che unisce passato e presente. Il contatto diretto con coloro che curano e abitano quei siti permette di scoprire aspetti sociali e culturali che spesso sfuggono a guide tradizionali. Monumenti Aperti così si propone come un laboratorio in cui arte, storia e cittadinanza si intrecciano in un dialogo aperto con il pubblico.
Questa dimensione collettiva e partecipata costituisce una delle chiavi del progetto, sostenendo la conoscenza e la tutela del patrimonio attraverso la relazione fra persone e territori, sulle tracce di una narrazione storica continua.