Il cardinale Renato Raffaele Martino, figura di spicco della Chiesa cattolica e presidente emerito di importanti dicasteri vaticani, è venuto a mancare oggi a Roma dopo una lunga malattia. Nato a Salerno il 23 novembre 1932, la sua scomparsa segna la fine di un’era di impegno e dedizione per la giustizia e i diritti umani, temi che ha affrontato con passione e determinazione durante tutta la sua vita sacerdotale e diplomatica.
I primi passi nella vita sacerdotale e diplomatica
Martino ha ricevuto l’ordinazione sacerdotale il 20 giugno 1957, dopo aver conseguito una Laurea in Diritto Canonico. La sua carriera nella diplomazia vaticana è cominciata nel 1962, quando è entrato a far parte della Santa Sede. Le prime esperienze lo hanno visto attivo nelle Nunziature di diverse nazioni tra cui Nicaragua, Filippine, Libano, Canada e Brasile. Ogni nuova destinazione ha contribuito a formare il suo approccio nei confronti delle relazioni internazionali, rendendolo un diplomatico esperto e rispettato.
Tra il 1970 e il 1975, ha assunto la responsabilità della Sezione per le Organizzazioni internazionali della Segreteria di Stato. Questo periodo lo ha visto impegnato nel coordinamento delle attività della Chiesa cattolica con le istituzioni internazionali, un ruolo che ha preparato il terreno per il suo successivo incarico come Osservatore Permanente della Santa Sede alle Nazioni Unite, posizione che ha ricoperto dal 1986. Solo terzo ecclesiastico a essere nominato a questo alto incarico, Martino ha portato la voce della Chiesa nelle più importanti conferenze internazionali promosse dall’Onu.
Il ruolo nel Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace
Dopo sedici anni alle Nazioni Unite, il 1° ottobre 2002, Giovanni Paolo II lo ha designato per guidare il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace. Questo incarico, già ricoperto da figure eminentemente prestigiose, ha permesso a Martino di affrontare questioni delicate come la crisi venezuelana e il conflitto civile in Costa d’Avorio. Con il suo approccio diretto e conciso, si è fatto promotore di una visione di dialogo e pacificazione, non mancando di denunciare le ingiustizie, in particolare quelle che colpiscono le popolazioni del Medio Oriente.
Il suo mandato ha segnato la pubblicazione del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa, un documento fondamentale che ha racchiuso l’insegnamento sociale cattolico in un’unica e accessibile pubblicazione. Questo lavoro ha dimostrato il suo profondo impegno verso i principi di giustizia e solidarietà umana. Il Congresso Internazionale organizzato nel 2005 in Vaticano per la celebrazione del 40° anniversario della Costituzione conciliare Gaudium et spes rappresenta un ulteriore esempio della sua dedizione a promuovere i valori cristiani in un contesto globale.
Riconoscimenti e ultimi anni
Nel 2009, Martino è diventato presidente emerito del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ma la sua influenza nel promuovere relazioni pacifiche e la cultura è stata riconosciuta con numerosi premi e lauree honoris causa durante tutta la sua carriera. Ha partecipato al conclave dell’aprile 2005 che ha portato all’elezione di Papa Benedetto XVI, un importante momento nella storia recente della Chiesa cattolica, in cui il suo contributo è stato significativo.
Creato cardinale da Giovanni Paolo II durante il Concistoro del 21 ottobre 2003, Martino ha continuato a lavorare indefessamente per la causa della giustizia e della pace, portando avanti un messaggio che ha ispirato molte generazioni. La sua scomparsa non solo lascia un vuoto nella quotidianità di chi lo ha conosciuto, ma rappresenta anche una perdita per la comunità ecclesiale e per tutti coloro che si impegnano nella lotta per i diritti umani e la riconciliazione tra i popoli.