Nella giornata di ieri, si è svolto un corteo significativo per richiamare l’attenzione delle istituzioni sulle morti sul lavoro. I lavoratori delle Riparazioni Navali di Genova hanno preso parte a questa manifestazione per chiedere misure concrete affinché tragedie come quella di Lorenzo Bertanelli, un carpentiere di 36 anni deceduto dopo essere stato travolto da un’elsa pesante, non si ripetano mai più. La richiesta è chiara: maggiore sicurezza nei luoghi di lavoro e un’azione ferma da parte delle autorità e delle aziende coinvolte.
La protesta dei lavoratori delle riparazioni navali
Un lungo corteo è partito da Piazza Cavour, dirigendosi verso il Palazzo del Governo. Durante la marcia, i partecipanti hanno espresso il loro dolore e la loro rabbia riguardo all’ennesimo incidente mortale nel settore. Stefano Bonazzi, segretario della Fiom Cgil di Genova, ha parlato a nome dei lavoratori, sottolineando l’urgenza di un intervento istituzionale. Con un tasso di tre morti al giorno dall’inizio dell’anno, questo è già il secondo decesso avvenuto nel porto genovese in un mese. Gli operai hanno scioperato non solo ieri, ma continuano a manifestare oggi per rivendicare diritti e sicurezz.
Bonazzi ha evidenziato come siano necessarie azioni dirette e immediate per ridurre il rischio di incidenti. La situazione è diventata insostenibile e lesiva della dignità di chi lavora. La rabbia dei lavoratori è palpabile e il loro messaggio è chiaro: non possono subire passivamente le conseguenze di un sistema che sembra trascurare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Sicurezza nei luoghi di lavoro: una battaglia da vincere
Durante la protesta, Bonazzi ha messo in discussione il potere attuale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza. Ha affermato che è fondamentale che queste figure abbiano un ruolo significativo e maggiori poteri nel supervisionare le condizioni di lavoro. Questo è cruciale in un contesto dove operano frequentemente aziende di appalto e subappalto. L’interferenza tra diverse realtà lavorative complica ulteriormente la situazione, aumentando i margini di rischio.
L’appello di Bonazzi si basa sulla necessità di implementare un sistema che riduca drasticamente il numero di incidenti sul lavoro. Ha citato esempi di altre realtà dove sono stati adottati efficaci protocolli di sicurezza, dimostrando che cambiamenti positivi sono possibili. Questo rappresenta non solo una sfida ma anche un’opportunità per avviare un percorso che conduca a condizioni di lavoro più sicure.
L’importanza dell’unità nella lotta per la sicurezza
I lavoratori delle Riparazioni Navali di Genova stanno dimostrando una straordinaria unità nella loro lotta per la sicurezza. L’intensificarsi di manifestazioni e scioperi non è solo una risposta emotiva a un evento tragico, ma un tentativo organizzato di promuovere un cambiamento reale e duraturo. La richiesta collettiva di riforme strutturali per garantire la sicurezza sul lavoro è un segnale chiaro all’industria e alle istituzioni.
Il movimento dei lavoratori, sostenuto dalla Fiom Cgil, sta cercando di sensibilizzare l’opinione pubblica e le autorità preposte. La loro determinazione è indirizzata non solo verso la ricerca di giustizia per i lavoratori deceduti, ma anche verso l’implementazione di misure di prevenzione che evitino futuri incidenti. Si tratta di un’interazione complessa che coinvolge istituzioni, aziende e lavoratori, ognuno con il proprio ruolo da svolgere per raggiungere un obiettivo comune.
Questo evento tragico funge da monito per il mondo del lavoro, sottolineando l’urgenza di adottare politiche che pongano al centro la vita e la sicurezza dei lavoratori, affinché episodi simili non avvengano mai più.
Ultimo aggiornamento il 6 Febbraio 2025 da Sofia Greco