Massimo Carpi, un nome illustre nel panorama dell’arte contemporanea, è venuto a mancare nella notte scorsa a Roma. La sua passione per il Futurismo ha riscosso un’ampia attenzione e rispetto, sia in Italia che all’estero. I funerali si svolgeranno lunedì 24 marzo alle 17 nella chiesa di San Giuseppe, situata in via Nomentana. La scomparsa di Carpi lascia un vuoto nel mondo dell’arte, dove la sua opera e le sue intuizioni hanno avuto un impatto significativo per più di due decenni.
La passione per l’arte e la fondazione di Futur-ism
Nato con un’inclinazione naturale verso l’arte, Carpi ha dedicato gran parte della sua vita a collezionare opere di celebri maestri del Futurismo, collezionando lavori di artisti come Giacomo Balla, Fortunato Depero, Umberto Boccioni, Gino Severini e molti altri. Nel 2001, ha dato vita all’associazione Futur-ism e al sito web omonimo, un’iniziativa che ha trasformato la sua collezione personale in una preziosa risorsa per musei e curatori. Con oltre 1500 opere certificate e catalogate, la piattaforma è diventata un punto di riferimento per chi desidera esplorare questo movimento artistico.
Il suo approccio al collezionismo non è stato solo una questione personale, ma un modo per condividere e promuovere l’eredità del Futurismo, fondato da Filippo Tommaso Marinetti. La visione di Carpi ha attratto circa 200 membri, creando una comunità di appassionati che hanno collaborato con importanti istituzioni in tutto il mondo. Con il supporto di Enrico Crispolti, storico dell’arte e studioso del Futurismo, Carpi ha potuto approfondire le sue conoscenze e instaurare rapporti con le famiglie degli artisti.
Una vita dedicata al Futurismo e le collaborazioni internazionali
Negli oltre venticinque anni di attività di Futur-ism, Massimo Carpi ha visto la sua associazione stabilire legami con alcune delle più prestigiose istituzioni artistiche del mondo. Musei come il Guggenheim di New York, il Centre Pompidou e il Musée d’Orsay a Parigi hanno beneficiato della sua collezione, ricevendo opere in prestito per mostre di rilevanza internazionale. In tempi recenti, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma ha accolto una grande mostra che esemplifica l’influenza del Futurismo, suggellando ulteriormente il lascito di Carpi.
Sotto la sua guida, Futur-ism è riuscita a instaurare una rete di contatti che ha trascorso il confine nazionale, portando la pratica e i principi del Futurismo a un pubblico globale. Questo scambio culturale ha arricchito la comprensione dell’arte futurista, permettendo a molti di scoprire i significati più profondi e le sfide che questo movimento ha posto al mondo dell’arte. La capacità di Carpi di connettere artisti, curatori e collezionisti ha avuto un ruolo cruciale nel far conoscere il Futurismo a nuove generazioni.
Un viaggio dalla moda all’arte
Prima di dedicarsi completamente all’arte, Massimo Carpi ha percorso una carriera nel mondo della moda. A soli 23 anni, nel 1975, ha fondato il marchio Emanuel Zoo, il quale ha ottenuto un grande successo sia in Italia che all’estero. Il brand si è fatto notare per la sua eleganza e il design innovativo, attirando una clientela di alto profilo. Negli anni ha aperto negozi a Roma, Milano, Firenze fino a Parigi e ha anche creato collezioni per clienti esclusivi in Giappone e negli Stati Uniti. Tuttavia, dopo anni di intenso lavoro, Carpi ha deciso di vendere tutto nel 2000, svelando la sua passione per il Futurismo.
Questa transizione dalla moda all’arte ha segnato una tappa fondamentale nella sua vita. Sebbene l’industria della moda gli abbia fornito un’eccellente piattaforma per esprimere la propria creatività, Carpi ha scelto di seguire il suo sogno di vita in un campo che riteneva più affine al suo spirito. La sua contribuzione al Futurismo ha fatto sì che il suo nome rimanesse impresso nella storia dell’arte contemporanea.
Massimo Carpi lascia un’eredità duratura nel panorama artistico, e il suo impegno per la promozione del Futurismo continuerà ad avere un impatto significativo sulle menti curiose e sugli appassionati di arte.