Sepp Forer, noto per il suo coinvolgimento negli attentati separatisti in Alto Adige negli anni Sessanta, è deceduto in Austria all’età di 85 anni. Condannato in Italia all’ergastolo, Forer scelse di rifugiarsi in Austria, dove intraprese una carriera come albergatore. La sua figura riporta alla luce eventi significativi e complessi legati alla storia dell’Alto Adige e alle tensioni politiche che lo hanno caratterizzato.
Chi era Sepp Forer?
Nato negli anni ’30 del secolo scorso, Sepp Forer è diventato un nome noto per il suo ruolo nel gruppo noto come “Bravi Ragazzi della Val Pusteria“. Questo gruppetto, comprendente anche Siegfried Steger, Heinrich Oberleiter e Heinrich Oberlechner, fu accusato di una serie di attentati volti a promuovere il separatismo altoatesino. Le azioni del gruppo provocarono una lunga scia di violenze con l’obiettivo di ottenere maggiore autonomia per il Sudtirolo dall’Italia. Nonostante il contesto conflittuale, Forer mantenne nel tempo un profilo pubblico, gettando sempre nuove ombre su eventi storici del passato.
Dopo la sua fuga in Austria, Forer si stabilì a Innsbruck, dove lanciò la sua attività alberghiera. Qui, la sua personalità divenne un argomento di dibattito e controversie; pur avendo scontato la sua pena, il suo passato rimase un marchio indelebile. Solo Oberleiter, degli altri membri del gruppo, riuscì a ottenere una grazia nel 2021 dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, mentre Steger è l’unico rimasto in vita a oggi.
Messaggi e dichiarazioni nel corso degli anni
Il suo rapporto con il territorio altoatesino e con le sue radici emerse anche attraverso parole e interventi pubblici, talvolta provocatori. Un esempio fu nel 2008, in occasione di una commemorazione degli Schützen ad Appiano, dove affermò che il monumento alla vittoria di Bolzano e l’altorilievo con il Duce evidenziavano la persistenza del fascismo in Italia. Queste riflessioni, che richiamavano alla memoria la storia politica del XX secolo, suscitavano spesso reazioni contrastanti, almeno per coloro che vivevano la questione identitaria dell’Alto Adige come un tema di attualità.
Un altro momento significativo venne quando, un anno prima della sua morte, Forer commentò la mancanza di clemenza da parte del governo italiano nei suoi confronti, affermando che l’Italia preferiva applicare provvedimenti di clemenza nei confronti della camorra. Queste affermazioni rivelano un personaggio complesso, il cui vissuto intrecciava idealismo e realtà.
Il ricordo di Forer e il suo impatto
La morte di Sepp Forer ha suscitato reazioni da diverse parti del mondo politico e sociale. Eva Klotz, ex consigliera provinciale e figura di spicco del partito Süd-Tiroler Freiheit, ha lodato la figura di Forer, sottolineando il suo impegno instancabile per la libertà del Sudtirolo e la preservazione della sua cultura. Klotz lo ha descritto come un uomo che non accettava compromessi su questi temi, esaltando il suo coraggio come un modello per i giovani.
Gli Schützen, un’organizzazione che promuove la cultura e la tradizione tirolese, hanno reso omaggio a Forer definendolo un “grande tirolese e combattente per la libertà“. In queste dichiarazioni, la sua figura si va a collocare tra i simboli di resistenza e di amore per la patria, che continuano a influenzare la narrazione e la memoria storica dell’Alto Adige. La sua eredità resta così in bilico tra riconoscimenti e controversie, riflettendo le complessità di una regione e di una storia che non si è mai totalmente dimenticata.
Ultimo aggiornamento il 5 Febbraio 2025 da Marco Mintillo