Mosca chiude le porte all'Occidente e attende il dialogo con Trump sull'Ucraina

Mosca chiude le porte all’Occidente e attende il dialogo con Trump sull’Ucraina

La Russia, guidata da Putin, punta a negoziati bilaterali con gli Stati Uniti per risolvere il conflitto in Ucraina, escludendo le istituzioni europee e minacciando la stabilità di Ucraina e Moldova.
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Mosca chiude le porte all'Occidente e attende il dialogo con Trump sull'Ucraina - Gaeta.it

La Russia, sotto la guida del presidente Vladimir Putin, sta assumendo una posizione ferma nei conflitti internazionali, in particolare riguardo alla situazione in Ucraina. Mosca esprime una chiara sfiducia nei confronti delle istituzioni europee, mentre manifesta speranza nella nuova amministrazione statunitense guidata da Donald Trump. Esploriamo i dettagli di questa dinamica complessa che coinvolge potere, geopolitica e le prospettive future per l’Ucraina.

Putin punta su Trump per i negoziati sull’Ucraina

Vladimir Putin ha reso evidente che qualsiasi tentativo di giungere a un accordo sul conflitto in Ucraina dovrà avvenire esclusivamente tra la Russia e gli Stati Uniti. Nikolai Patrushev, consigliere del Cremlino, ha affermato in un’intervista che Mosca non intende coinvolgere né LondraBruxelles nei futuri colloqui. Secondo Patrushev, le autorità europee non rappresentano gli interessi di molti Stati membri dell’Unione, come Ungheria, Slovacchia e Romania, che desiderano mantenere relazioni equilibrate con la Russia e stabilità nella regione.

Questa posizione rispecchia un atteggiamento di crescente isolamento nei confronti dell’Occidente, evidenziando l’importanza del potere bilaterale tra le superpotenze. Il Cremlino appare fiducioso che la presidenza Trump potrebbe riaprire porte in un dialogo che considerano essenziale per affrontare la questione ucraina. Patrushev ha sottolineato il rispetto per le dichiarazioni del presidente eletto statunitense, segnalando che la Russia è pronta a trattative che escludano i partner occidentali.

Minacce sul futuro dell’Ucraina e della Moldova

La situazione in Ucraina è descritta da Patrushev in toni allarmanti. Si è espresso sulla possibilità che l’Ucraina possa cessare di esistere come Stato entro la fine dell’anno. Questa affermazione, estremamente grave, è accompagnata da una minaccia simile nei confronti della Moldova, la quale potrebbe anch’essa subire un processo di annessione o addirittura scomparire come entità statale. Tali dichiarazioni non solo intensificano il tono di conflitto ma evidenziano anche le ambizioni espansionistiche della Russia nella regione.

Questo atteggiamento sostanzia una strategia russa che mira a mantenere il controllo su territori chiave. Da parte russa, l’accettazione di un eventuale accordo sul conflitto ucraino è subordinata al mantenimento non solo della Crimea, annessa nel 2014, ma anche delle regioni di Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhia, annesse nel 2022. Questa strategia evidenzia una ferma volontà di consolidare il dominio russo sull’area, rendendo complessi i futuri colloqui di pace.

Lavrov allude a una possibile apertura con Trump

Il Ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha accolto positivamente i segnali di apertura provenienti dalla nuova amministrazione Trump. Durante una conferenza stampa a Mosca, ha sottolineato che ci sono spazi per un dialogo costruttivo se Trump si impegnerà attivamente per porre fine al conflitto in Ucraina. Lavrov ha notato che l’interesse crescente attorno alla situazione sul campo potrebbe essere un segnale positivo per le future negoziazioni.

Tuttavia, Lavrov ha anche evidenziato che la Russia attende proposte concrete da parte dell’amministrazione Trump. Anche se i segnali iniziali sono incoraggianti, il ministro ha chiarito che aspettano un approccio più definito e pratico per procedere. Le attese dichiarazioni di Trump, ritenute promettenti, devono tradursi in azioni tangibili che possano realmente portare le due parti al tavolo dei negoziati.

Con una guerra che dura da quasi tre anni, il conflitto ha avuto conseguenze devastanti per l’Ucraina, che attualmente vede quasi un quinto del suo territorio sotto occupazione russa. Mosca continua a mantenere una forte posizione, richiedendo il ritiro delle forze ucraine dai territori occupati come precondizione per qualsiasi dialogo. Le dinamiche geopolitiche continuano a evolversi, e il futuro dell’area rimane incerto in attesa di nuovi sviluppi dalle due potenze.

Ultimo aggiornamento il 15 Gennaio 2025 da Sofia Greco

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