Viola Damiani, documentarista e fotografa, porta a Roma due mostre che toccano il tema del gioco e della sua importanza nella vita umana. In programma il 12 e 13 aprile presso l’associazione Lottounico, “Le Trésor du Poisson” e “Riviera Ludica” presentano lavori che, seppur diversi per stile e contenuto, si uniscono nel riflettere sulle dinamiche sociali e l’osservazione della vita quotidiana.
Le trésor du poisson: un viaggio nell’inconscio
“Le Trésor du Poisson” si presenta come una favola subacquea, un’opera che esplora il legame fra l’essere umano e il mondo che lo circonda. Attraverso l’obiettivo, Damiani invita il pubblico a comprendere come la vera ricchezza risieda nel gioco interiore e nel rapporto con se stessi. Le immagini in bianco e nero, dalle sfumature delicate, accompagnano lo spettatore in un viaggio che va oltre l’apparenza, immergendolo nelle profondità dell’inconscio.
Le fotografie rivelano un universo in cui luci e ombre si intrecciano, generando un’atmosfera di mistero e introspezione. Le scene suggeriscono che ogni individuo è in costante trasformazione e che il gioco, seppur intimo, diventa un mezzo per esaminare le proprie paure e consapevolezze. L’esperienza visiva si arricchisce di significato, permettendo al visitatore di riflettere su un percorso personale che spesso rimane nascosto.
Questo approccio narrativo, che stimola una risposta emotiva, trasmette l’idea che l’esplorazione di sé è un’avventura continua, dove il gioco costituisce un elemento fondamentale. Le immagini di Damiani riescono a far emergere sentimenti e stati d’animo complessi, rendendo “Le Trésor du Poisson” un’esperienza di forte impatto emotivo.
Riviera ludica: ironia e realtà di un’estate italiana
Ne “Riviera Ludica”, Viola Damiani propone un reportage che si scosta dalla favola e si avvicina a una realtà più cruda. Ambientato sulla Riviera Romagnola in pieno agosto, il lavoro esamina l’ironia della vita di chi cerca di divertirsi in un contesto dove il relax sembra sfuggente. Con uno sguardo disincantato, la fotografa cattura scene di giostre notturne, bambini che giocano, e turisti che si confrontano con l’inevitabile oppressione del caldo estivo.
Le immagini a colori raccontano una storia diversa, introducendo un giardino dei balocchi in cui l’apparenza di divertimento spesso si scontra con la realtà. I cani assonnati e i grandi palazzi vista mare riempiono il quadro, ma c’è una sensazione di staticità e mancanza di vivacità. Qui, il gioco si trasforma da elemento di libertà a una sorta di obbligo sociale, con un conseguente senso di disillusione.
I luoghi di svago, invece di rappresentare un rifugio, appaiono come palcoscenici di una commedia umana, dove la gioia è spesso sostituita da una frustrazione sottile. Attraverso questa lente, Damiani invita a riflettere sulle aspettative legate al divertimento e sulle pressioni sociali che ci accompagnano anche nei momenti di svago.
Queste due mostre rappresentano non solo un viaggio creativo nell’arte della fotografia, ma anche una profonda analisi della condizione umana legata al gioco, all’osservazione e alla narrazione di se stessi e del proprio contesto.