Un’operazione della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha rivelato un vasto giro d’affari legato alla vendita online di articoli di moda contraffatti. I prodotti, importati in Italia da Cina e Turchia, venivano spacciati come autentici marchi di lusso. Questa situazione ha portato alla notifica di 21 avvisi di conclusione indagini nei confronti di un gruppo di persone coinvolte in questa associazione per delinquere.
Il meccanismo fraudolento della vendita online
Le indagini, dirette dal sostituto procuratore Ilaria Sasso del Verme, hanno svelato il sistema elaborato utilizzato da questi truffatori. I capi d’abbigliamento, accessori e calzature contraffatti, riportanti falsi loghi di griffe renomate, venivano venduti attraverso profili social, WhatsApp e tramite una società di spedizioni che si occupava delle consegne. I clienti, tra cui molti residenti nell’hinterland a nord di Napoli, venivano ingannati, convinti di acquistare prodotti autentici, ma in realtà ricevevano articoli di scarso valore.
Le modalità di vendita utilizzate dall’organizzazione criminale mostrano una strategia ben definita. La presenza online era curata nei dettagli, rendendo l’apparenza dei profili e delle comunicazioni molto professionale. Questa realtà ha consentito all’organizzazione di attrarre un numero elevato di clienti, ingannandoli con la promessa di affari vantaggiosi su beni di lusso molto ricercati.
Struttura e collegamenti internazionali dell’associazione
Secondo quanto emerso dalle indagini, gli attori principali dell’associazione gestivano ogni fase della filiera, dall’approvvigionamento dei beni falsi alla loro vendita online. Le comunicazioni con i fornitori cinesi avvenivano prevalentemente tramite WeChat, un’app di messaggistica molto popolare in Cina, utilizzata per impostare ordini e definire condizioni di pagamento. Questo metodo ha reso possibile l’importazione della merce in Italia attraverso canali diretti da Turchia e Cina.
L’inchiesta ha rivelato l’esistenza di una rete ben organizzata e radicata nel territorio, capace di garantirsi un flusso costante di prodotti. La distribuzione sul mercato digitale era capillare e strutturata, permettendo all’organizzazione di eludere i controlli e accrescere i propri profitti. Dopodiché, si prevedono sviluppi significativi, tra cui l’apertura di un processo per associazione a delinquere, contraffazione e frodi. La Procura di Napoli sta considerando anche possibili sequestri e ulteriori accertamenti sui flussi finanziari generati da questo racket di moda.
Le conseguenze di questa operazione potrebbero estendersi oltre le indagini attuali. La criminalità organizzata coinvolta in tali attività ha un impatto che va ben oltre il semplice profitto economico, poiché alimenta meccanismi di sfruttamento e illegalità che danneggiano anche l’economia legittima. Questo caso mette in evidenza la necessità di una vigilanza costante sulle attività commerciali online, sempre più colpite da simili fenomeni di frode.