Due ricercati legati al clan camorristico Pezzella sono stati arrestati ieri pomeriggio a Mondragone dalla Squadra Mobile di Napoli e dal commissariato di Frattamaggiore. L’azione degli agenti ha permesso di bloccare due uomini sfuggiti a un precedente blitz di febbraio, insieme a due donne denunciate per favoreggiamento. Questi arresti rappresentano un altro colpo importante contro i gruppi criminali attivi nell’area metropolitana partenopea.
la cattura dei due latitanti legati al clan pezzella
Nel pomeriggio del 18 aprile 2025, gli agenti della polizia hanno individuato i due latitanti in un’abitazione di Mondragone, città della provincia casertana, dove si nascondevano da tempo. Gli uomini risultano essere collaboratori diretti del capo del clan Pezzella, gruppo camorristico che opera soprattutto nei comuni di Frattamaggiore e Frattaminore. I due avevano evitato la cattura lo scorso 10 febbraio, durante un’operazione che aveva portato all’arresto di 20 esponenti del clan. In quell’occasione i due erano riusciti a sfuggire all’esecuzione di una misura cautelare che prevedeva il carcere.
Gli arrestati sono gravemente sospettati di reati gravi, tra cui associazione mafiosa, estorsioni con modalità mafiose e traffico di sostanze stupefacenti. Le accuse sono emerse nel corso delle indagini coordinate dalla Procura di Napoli. I due latitanti erano considerati figura di primo piano e responsabile del sostegno diretto alle attività illecite del gruppo criminale.
il sostegno diretto alle attività illecite
“I due latitanti rappresentavano la rete operativa più vicina al capo del clan, fondamentale per la gestione delle attività criminali,” ha sottolineato una fonte vicina alle indagini.
la presenza di due donne e la denuncia per favoreggiamento
Durante l’irruzione nella casa di Mondragone erano presenti, oltre ai due latitanti, anche due donne. Entrambe sono state denunciate in stato di libertà per favoreggiamento personale. La polizia ha ricostruito il loro ruolo nel nascondere i ricercati e nel consentire loro di sfuggire alla cattura. Le indagini proseguono per determinare i collegamenti esatti delle due donne con le attività del clan, ma da subito si è accertata la loro collaborazione.
Questa presenza affiancata dei latitanti in un contesto abitativo sottolinea la rete di appoggi e coperture utilizzata dal clan Pezzella per mantenere il controllo del territorio ed evitare il lavoro degli inquirenti. Le due donne ora dovranno rispondere dei loro comportamenti davanti alla giustizia.
ruolo delle donne nella rete di coperture
Le donne sono risultate fondamentali per il mantenimento delle comunicazioni e per garantire la sicurezza dei latitanti, spiegano gli investigatori.
attività criminali e legami con altri gruppi del clan pezzella
Il clan Pezzella è noto agli investigatori per la sua pervasività nelle aree di Frattamaggiore e Frattaminore. La sua influenza si estende attraverso varie attività illecite, dallo spaccio di droga all’estorsione, con modalità violente e intimidatorie tipiche dei gruppi mafiosi. Negli anni il gruppo ha stretto legami solidi con altre organizzazioni criminali attive nella regione, alimentando una rete di complicità e protezione reciproca.
Le forze dell’ordine, impegnate in una lunga serie di operazioni, hanno documentato come il clan utilizzi la violenza per imporre il proprio potere, condizionando attività commerciali e cittadini. Gli arresti di ieri costituiscono un colpo importante, perché indeboliscono la struttura della criminalità locale e mettono sotto pressione i vertici del clan.
indagini e operazioni precedenti
Questo provvedimento fa seguito a numerose altre azioni giudiziarie che hanno ridotto la capacità operativa del gruppo. La polizia rimane attenta ai movimenti negli ex territori controllati dal clan Pezzella, per impedire riprese improvvise delle attività criminali.
“Il contrasto alle mafie campane prosegue con determinazione, focalizzandosi sui legami più stretti e sugli elementi chiave,” ha dichiarato un rappresentante delle forze dell’ordine.
L’arresto di questi due latitanti conferma l’attenzione delle autorità nel contrasto alle mafie campane, impegnate a ricostruire le connessioni e a privare i gruppi di elementi chiave. Restano aperte le indagini per identificare eventuali complici e per approfondire le nuove piste sulle ramificazioni della rete criminale.