Un recente arresto avvenuto a Napoli ha scosso l’opinione pubblica, portando alla luce inquietanti dettagli su presunti legami con gruppi terroristici. Firaoun Mourad, un uomo di 34 anni di origini marocchine, è stato fermato dalla Digos su richiesta della Procura di Napoli. Il suo caso si inserisce in un contesto di crescente preoccupazione per la sicurezza e la radicalizzazione, amplificato dagli eventi del 7 ottobre 2023.
Dettagli sull’arresto di Mourad
Il sopralluogo di Mourad nei pressi della sinagoga di Via Cappella Vecchia, durato circa venti minuti, ha rappresentato un punto cruciale per le indagini. La sua condotta, accompagnata dalla pubblicazione di un video sui social, ha attirato l’attenzione delle autorità, portando a un intervento tempestivo. La Procura ha formulato l’accusa di associazione con finalità di terrorismo internazionale, evidenziando l’aggravante data dall’eversione dell’ordine democratico.
Le indagini hanno potuto avvalersi della collaborazione tra forze dell’ordine italiane e organismi investigativi a livello internazionale. Questo scambio di informazioni ha rivelato un’interconnessione tra l’attacco di Hamas e un’accresciuta attività di propaganda e auto-addestramento tra le cosiddette “cellule dormienti” presenti sul territorio. Mourad, descritto come un “lupo solitario”, era attentamente monitorato da diversi mesi, ma il suo recente interesse per un coltello associato ai combattenti dell’Isis ha spinto le autorità a concludere che fosse giunto il momento di intervenire.
L’ipotesi di una rete terroristica
Secondo le informazioni emerse dalle indagini, Mourad stava progettando di stabilire una rete terroristica affiliata all’Isis nella zona di Napoli. La sua strategia includeva il reclutamento e l’indottrinamento di un gruppo ristretto di persone attraverso una propaganda apertamente antisemita. Le autorità hanno sequestrato materiale informatico dai presunti complici di Mourad, ora soggetto a un’analisi approfondita da parte del pool antiterrorismo guidato dal procuratore Nicola Gratteri.
Mourad avrebbe mostrato un particolare interesse nell’acquisto di un coltello simbolico, un atto che avrebbe dovuto rappresentare un attacco con sfumature “sacre”. Le intercettazioni hanno rivelato la sua ideologia estremista, come evidenziato da frasi minacciose pronunciate durante conversazioni clandestine. Le autorità hanno installato un trojan nel suo cellulare, riuscendo così a monitorare non solo le sue comunicazioni online, ma anche le sue attività quotidiane.
Sicurezza della comunità ebraica a Napoli
Nonostante la gravità della situazione, le autorità hanno rassicurato la comunità ebraica di Napoli, dichiarando che non si sono mai trovati in un reale pericolo. Mourad era oggetto di un attento monitoraggio, compresi pedinamenti e controlli costanti sulle sue attività digitali. I servizi di sicurezza hanno ritenuto di mantenere il controllo sulla situazione, limitando qualsiasi potenziale minaccia.
La presenza di un post sul profilo Facebook di Mourad, intitolato “Lo Straniero”, ha contribuito a dipingere un quadro disturbante. In quel post, una foto del golfo di Napoli era associata a frasi evocative e a una colonna sonora che richiamava l’inno dello Stato Islamico. Questo elemento, insieme ad altri dettagli emersi nelle indagini, ha alimentato la determinazione della Procura e delle autorità competenti nel contrastare fenomeni di radicalizzazione sul territorio.
Ultimo aggiornamento il 22 Gennaio 2025 da Laura Rossi