Nella lotta al commercio illegale e alle irregolarità economiche, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Napoli ha recentemente intensificato le operazioni di controllo sul territorio. L’obiettivo principale è combattere fenomeni come la contraffazione, l’abusivismo commerciale e il lavoro non dichiarato. Queste azioni si sono concentrate in particolare nella zona industriale del capoluogo campano, dove è stato smascherato un vasto giro di prodotti falsi, con un focus particolare sul mirato settore dei videogiochi.
Operazioni di controllo nella zona industriale
Le operazioni sono state condotte dai finanzieri dei Gruppi Pronto Impiego e del I Gruppo di Napoli, supportati da unità cinofile specializzate. I controlli si sono incentrati su negozi e attività commerciali gestiti da cittadini di origine cinese. Nonostante le difficoltà nel monitorare l’ampia gamma di esercizi presenti sul territorio, le forze dell’ordine sono riuscite a fare luce su un’attività illecita ben organizzata.
I finanzieri hanno identificato un’ampia rete di vendita di videogiochi contraffatti, caratterizzata da console con titoli “piratati”, in particolare quelli legati al fenomeno del “retrogaming”. Questo trend, che celebra i giochi storici degli anni ’80 e ’90, ha reso particolarmente appetibili per i commercianti le produzioni illegali, le quali utilizzano personaggi iconici tutelati da copyright.
Sequestro massiccio di merce contraffatta
L’operazione ha avuto esiti notevoli: ben 1.170 console sono state sequestrate, contenenti un totale di 11,7 milioni di videogiochi contraffatti. Questo sequestro non è stato l’unico colpo inflitto al mercato dei falsi. Infatti, durante i controlli, sono stati trovati circa 25.000 articoli falsi insieme a 55.000 prodotti dotati di marchio CE non conforme, che spaziavano dall’abbigliamento ai dispositivi elettrici, fino a giocattoli e prodotti per la bellezza.
Le Fiamme Gialle hanno agito non solo per confiscare i beni, ma anche per proteggere i consumatori da articoli potenzialmente dannosi. La contraffazione non solo porta a danni economici, ma può anche mettere a repentaglio la salute pubblica, come nel caso di prodotti estetici e articoli per bambini.
Irregolarità lavorative e violazioni amministrative
Oltre al sequestro di merce contraffatta, l’operazione ha messo in luce un’altra problematica: le irregolarità nel lavoro. Gli agenti hanno identificato sette lavoratori in nero, di cui uno straniero senza permesso di soggiorno, e altri dipendenti pagati in modo non tracciabile pur avendo un contratto di lavoro. Queste irregolarità rappresentano un grave affronto alle leggi sul lavoro, che garantiscono diritti e tutele ai lavoratori.
Sono state riscontrate anche violazioni amministrative in due attività commerciali autorizzate a funzionare solo per la vendita all’ingrosso, le quali operavano al dettaglio senza registratori di cassa elettronici e senza corretta registrazione dei corrispettivi. Tali irregolarità sono state segnalate al Comune di Napoli, avviando il processo per le sanzioni previste dalla legge.
Denunce e operazione di contrasto al commercio illegale
L’esito delle indagini ha portato alla denuncia di 13 persone all’Autorità Giudiziaria, accusate di frodi commerciali, ricettazione e violazioni della normativa sul diritto d’autore. Un ulteriore soggetto è stato riferito alla Prefettura per possesso di sostanze stupefacenti per uso personale.
Questa operazione si inserisce in un’attività continua e strategica delle forze dell’ordine, mirata a combattere il mercato del falso e a proteggere la legalità e l’economia locale. Nel solo anno 2024, sono stati già sequestrati oltre 22 milioni di articoli contraffatti o non sicuri nella zona industriale di Napoli. Le autorità intendono inviare un segnale forte e chiaro contro un fenomeno che minaccia non solo il benessere economico, ma anche la sicurezza dei cittadini.