Il fascino del grande tenore Enrico Caruso continua a vivere a Napoli, un anno dopo l’apertura del Museo a lui dedicato. Il 2 agosto del 1921, Caruso, considerato la prima pop star mondiale, ci lasciava a soli 48 anni. La struttura, ideata da Laura Valente, si conferma come un importante punto di riferimento culturale nella città, arricchendo la sua proposta con nuovi cimeli che raccontano l’eccezionale storia discografica del tenore e rimandano alla grandezza della sua voce.
La storia del museo Caruso a Napoli
Un traguardo culturale
Inaugurato nel luglio del 2023, il Museo Caruso è una celebrazione del leggendario tenore napoletano e rappresenta un tributo alla sua straordinaria carriera. Situato all’interno del Palazzo Reale di Napoli, il museo ha attratto oltre 120mila visitatori nel primo anno di apertura. La direzione di Mario Epifani ha permesso al museo di crescere e farsi notare nel panorama culturale della città, diventando così un importante punto di riferimento per gli appassionati di musica e storia.
Una raccolta unica di cimeli
Con l’aggiunta di nuovi cimeli, il museo si arricchisce di una vasta collezione che include 65 dischi originali incisi da Caruso negli anni Venti. Tra questi, alcune delle prime incisioni risalenti al 1902, incluse le rare lacche e i dischi Zonofono. Ogni pezzo esposto racconta una fase della carriera artistica di Caruso, riflettendo la qualità eccelsa della sua voce e la sua abilità nel registrare.
I dischi di Enrico Caruso
Un patrimonio discografico inestimabile
La discografia di Caruso racchiude quasi cinquecento matrici discografiche, molte delle quali sono state stampate e distribuite tra il 1902 e il 1920. La maggior parte delle sue incisioni riguarda arie d’opera solistiche, ma il tenore ha anche collaborato a diversi pezzi d’insieme, specialmente con i suoi colleghi del Metropolitan di New York. Oltre all’opera, l’artista ha esplorato romane, canzoni popolari e marce in diverse lingue, contribuendo a un repertorio vario e ricco di emozione. I 22 dischi “napoletani” presentano alcune delle melodie più belle della tradizione musicale partenopea, in un omaggio alla sua terra natale.
L’impatto della voce di Caruso
Enrico Caruso ha avuto un’influenza duratura non solo sul mondo della musica lirica, ma anche su quello della musica popolare e della registrazione. La sua voce, dotata di qualità “fonogeniche”, ha rivoluzionato il mercato dei dischi da 78 giri, incoraggiando altri cantanti lirici a seguire il suo esempio e a incidere le loro performance. La sua eredità è dunque legata non solo ai brani eseguiti, ma anche alla creazione di un nuovo standard nel settore della musica registrata.
L’anniversario della scomparsa
Eventi commemorativi al museo
In occasione dell’anniversario della morte di Caruso, il Museo Caruso offre due giorni speciali di apertura. Sabato 3 agosto è prevista un’apertura straordinaria serale, mentre il 4 agosto si terrà una giornata di apertura gratuita, con la sola richiesta di prenotazione. Questi eventi sono pensati per rendere omaggio al grande tenore e per permettere a un pubblico sempre più ampio di apprezzare la sua storia e il suo contributo al mondo della musica.
L’importanza del collezionismo
Un ruolo fondamentale nella realizzazione del museo è stato svolto da Luciano Pituello. La sua passione per il collezionismo di cimeli e incisioni originali ha portato alla donazione di numerosi materiali rari al museo. Il contributo di Pituello evidenzia l’importanza della conservazione della memoria storica di Caruso, assicurando che le future generazioni possano continuare a riconoscere la grandezza di questo artista.
Dalle arie alle emozioni, il Museo Caruso di Napoli continua a raccontare la storia di un’artista che, a un secolo dalla sua scomparsa, è ancora fonte di ammirazione e ispirazione.
Ultimo aggiornamento il 1 Agosto 2024 da Sara Gatti