Il Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi, situato nel cuore di Napoli, rappresenta una nuova opportunità per residenti e turisti di esplorare il patrimonio culturale della città. Questa inaugurazione è il risultato di un’importante collaborazione tra la Regione Campania e il contributo del sovrintendente Ugo de Flaviis, il quale ha guidato il progetto attraverso il programma “Extra Mann”. Con questo nuovo spazio espositivo, viene lanciato un richiamo a riconoscere e valorizzare i luoghi ricchi di storia che Napoli ha da offrire, oltre alla sua famosa gastronomia.
La storia del Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi
Il Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi affonda le radici nella Congregazione di San Giuseppe dell’Opera di Vestire i Nudi e Vergognosi, fondata a Napoli il 6 gennaio 1740. Questa associazione, voluta da Francesco Cerio e sostenuta da altre figure importanti dell’epoca, aveva come missione quella di provvedere ai bisogni dei poveri e dei bisognosi. Nel 1740, la Congregazione ottenne il riconoscimento ufficiale dalla Real Casa Borbonica e, successivamente, il supporto della Chiesa con il beneplacito di Papa Benedetto XIV.
Nel corso dei secoli, l’ente ha continuato la sua attività benefica, raggiungendo nel 1907 la cifra di 600 mendicanti vestiti. Oggi, a quasi 300 anni dalla fondazione, la Congregazione mantiene viva la sua identità e il suo impegno sociale, mentre il museo si avvia a diventare un nodo importante nel tessuto culturale di Napoli.
Gli spazi espositivi e le opere in mostra
Il museo è situato all’interno di un complesso settecentesco, il Palazzo del Complesso Monumentale, che ospita anche l’Archivio Storico e la Chiesa, famosa per il suo magnifico organo del ‘700. Gli spazi del museo sono stati riprogettati dall’architetto Davide Vargas e comprendono sei sale espositive. Qui i visitatori possono ammirare una collezione ricca che abbraccia tre secoli di arte, con dipinti, sculture e reliquiari che raccontano la storia dell’Istituzione.
Tra le opere in mostra ci sono ritratti nobiliari e figure di sovrani borbonici, papi e alti ecclesiastici, realizzati tra la metà del XVIII e l’inizio del XX secolo. Fra i pezzi più noti spicca una Madonna dell’umiltà a tempera e oro su tavola, attribuita a un seguace di Simone Martini, risalente al XIV secolo, e il restauro recente del Martirio di San Gennaro. Un altro elemento di grande rilievo è il Bastone di San Giuseppe, considerato una “quintessenza apotropaica della fede cristiana”. Questo prezioso artefatto, portato a Napoli nel 1712, è stato restaurato e messo in esposizione nel 2019 per volontà del sovrintendente de Flaviis.
Il ruolo culturale del museo nella città di Napoli
La creazione del Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi rappresenta un passo significativo nella valorizzazione del patrimonio culturale di Napoli. La curatrice Almerinda Di Benedetto ha sottolineato l’importanza di raccogliere e presentare fatti, persone, opere e documenti in un’unica struttura, creando un quadro d’insieme funzionale e ricco di approfondimenti. Questa nuova istituzione offre una lettura del vissuto sociale e spirituale dell’Opera, contribuendo a ricostruire la storia di Napoli tra sette e ottocento.
Con questa apertura, ci si aspetta che il museo diventi non solo un luogo di esposizione, ma anche un centro di riflessione sulla storia sociale della città, rendendo accessibile un capitolo fondamentale della sua identità. Il Nuovo Museo San Giuseppe dei Nudi si candida così a diventare un punto di riferimento nella mappa culturale di Napoli, richiamando l’attenzione su una storia ricca e complessa, che merita di essere raccontata e condivisa.
Ultimo aggiornamento il 30 Gennaio 2025 da Donatella Ercolano