I gestori dei chioschi storici situati sul lungomare di Napoli hanno deciso di far sentire la loro voce oggi, radunandosi davanti al Municipio per richiedere un intervento urgente da parte del sindaco Gaetano Manfredi. Equipaggiati con striscioni e offerta di taralli caldi, i manifestanti hanno manifestato il loro forte disappunto per i sequestri che hanno colpito i loro locali lo scorso giugno, evidenziando la necessità di una risposta immediata e concreta da parte delle autorità locali.
La protesta dei gestori dei chioschi
Una situazione insostenibile
I gestori dei chioschi hanno lanciato un allarme secondo cui il lungomare è stato abbandonato agli abusivi. Con la voce unita, hanno denunciato che, purtroppo, i controlli delle autorità hanno colpito in gran parte le attività regolari, lasciando spazio ad operazioni illecite che danneggiano non solo i commercianti onesti, ma anche l’immagine della zona.
La loro protesta non è solo un momento di frustrazione, ma una manifestazione della loro lotta per la sopravvivenza. Le parole sui loro striscioni – “Per i tempi burocratici sappiamo come vanno le cose. Chiediamo al sindaco una proroga per sistemare tutto, perché per noi è questione di sopravvivenza” – risuonano come un grido di aiuto. Essendo i mesi estivi fondamentali per i loro guadagni, il rischio di chiusura determinato dai sequestri è un colpo duro per le loro attività .
L’arrivo di una nuova manifestazione è previsto per lunedì, in cui i gestori si soffermano su una richiesta chiara: “Soluzioni, non distruzioni.” È un richiamo che sottolinea la necessità di trovare un equilibrio tra il rispetto delle normative e la salvaguardia del lavoro svolto.
Invece di colpire le regole, serve dialogo
La problematica riguarda anche le numerose violazioni per cui i chioschi sono stati confiscati. Si fa riferimento a reati penali, come scarichi abusivi e opere edilizie non autorizzate, così come a violazioni amministrative dovute alla mancanza di permessi. Tuttavia, i gestori insistono sulla stagionalità della loro attività , enfatizzando che questi aspetti non devono tradursi in condanne immediate e insostenibili.
In quest’ottica, i commercianti chiedono un dialogo costruttivo con il Comune e una soluzione veloce per poter tornare a lavorare al più presto. La richiesta di proroghe e di una sospensione dei sequestri è basata sulla natura del lavoro stagionale, che richiederebbe una certa flessibilità da parte delle autorità locali per consentire una ripresa nel periodo estivo.
Le conseguenze economiche e sociali
Un impatto significativo sulle attività locali
Gli eventi di ieri si inseriscono in un contesto più ampio, in cui i chioschi storici non sono solo un punto di riferimento gastronomico per i turisti, ma anche un elemento fondamentale dell’economia locale. Il lungomare di Napoli è conosciuto per i suoi chioschi, che offrono specialità gastronomiche, creando non solo posti di lavoro, ma anche attrattive per i visitatori.
Le conseguenze dei sequestri non si limitano all’immediato impatto economico sul singolo gestore, ma si ripercuotono anche sull’intera comunità . Una chiusura prolungata di queste attività potrebbe influire negativamente sul turismo, riducendo il flusso di visitatori e, in ultima analisi, arrecando danno all’intera economia cittadina.
In questo scenario, la richiesta di un impegno più deciso da parte del sindaco Manfredi è non solo un desiderio di ripristinare le normali attività dei chioschi, ma anche un appello alla salvaguardia di un patrimonio culturale e gastronomico che contribuisce significativamente all’identità di Napoli.
La necessità di una risposta istituzionale
Infine, è fondamentale che le autorità prendano in considerazione che la lotta di questi gestori non riguarda solo legge e ordine, ma anche la preservazione di una tradizione radicata nella cultura culinaria napoletana. La festa del cibo, incarnata dai chioschi sul lungomare, merita di essere sostenuta, non solo da un punto di vista commerciale, ma anche sotto il profilo culturale.
Necessitano interventi programmati, consultazioni e strategie che possano risolvere le problematiche senza compromettere l’occupazione e il tessuto sociale. Queste teme urge un approccio proattivo da parte delle istituzioni, per risolvere le difficoltà , evitando di colpire i commercianti che rispettano le regole e che sono parte integrale dell’economia locale.