A Napoli, il calore della solidarietà si è fatto sentire in Piazza Vincenzo Calenda, dove un gruppo di manifestanti ha alzato la voce per chiedere la fine della violenza in Gaza e la liberazione degli ostaggi. L’evento, indetto dal direttore artistico del Teatro Trianon Viviani, Marisa Laurito, è stato caratterizzato da un forte simbolismo. I partecipanti hanno portato con sé bambolotti imbrattati di rosso, a rappresentare le vittime innocenti di un conflitto che continua a mietere vite umane.
Una voce per gli innocenti
La manifestazione si è svolta nel pomeriggio di ieri, in un’atmosfera carica di emozione. I manifestanti hanno espresso la loro indignazione per le atrocità che colpiscono ogni giorno uomini, donne e bambini nella Striscia di Gaza. Un tema che, secondo i promotori, richiede un’attenzione urgente da parte della comunità internazionale. “L’inazione o peggio ancora la complicità della comunità internazionale rappresentano un vero e proprio semaforo verde agli eccidi contro la popolazione palestinese e alla sottrazione della loro terra”, hanno denunciato i relatori. Queste parole rispecchiano la frustrazione e la preoccupazione di chi vede un’inevitabile escalation della violenza, con ospedali distrutti e la popolazione civile colpita duramente da mancanza di aiuti umanitari.
L’evento si inserisce nel contesto della decima edizione di ‘Imbavagliati’, il festival internazionale di Giornalismo civile, tenutosi anche all’Istituto per gli Studi Filosofici di Napoli. Qui si sono confrontati temi cruciali dell’attualità, con un occhio particolare ai diritti umani e alla libertà di informazione.
‘Imbavagliati’: la parola ai giornalisti
Durante il festival, diversi giornalisti di fama internazionale si sono riuniti nel salone di Palazzo Serra di Cassano per un evento di diretta radiofonica mondiale intitolato ‘Good Morning Freedom’. L’incontro ha visto la partecipazione di operatori dell’informazione provenienti da varie parti del mondo, da András Arató, un giornalista ungherese, a Samir Al Qaryouti, direttamente dalla Palestina. Questa rete di collegamento globale ha rappresentato una forma di resistenza contro la censura e l’ingiustizia, collegando le esperienze di chi lotta per la verità.
Presenti anche volti noti come Eugenio Bennato e il gruppo musicale africano Bamba & Friends, che hanno arricchito l’evento con le loro performance, sottolineando l’aspetto culturale della manifestazione. La chiusura è stata affidata a ‘Bella ciao’, un canto di lotta che ha unito tutti in un coro di speranza e resistenza.
Un richiamo alla solidarietà
Un momento significativo della manifestazione è stato segnato dalla presenza di Giuseppe Giulietti, coordinatore nazionale di Articolo21, e dai genitori di Mario Paciolla, l’ex cooperante Onu tragicamente scomparso in Colombia nel 2022. La loro partecipazione ha reso palpabile la connessione tra il dibattito sulla guerra in Gaza e il dramma di chi si impegna per i diritti umani a livello globale. In questo modo, il messaggio della manifestazione si è ampliato fino a comprendere tutte le forme di violenza e sopraffazione che affliggono il nostro mondo.
Le parole di Laurito e dei relatori hanno risuonato come un vero e proprio appello all’azione. Ora è fondamentale che la comunità internazionale non faccia finta di non vedere. La guerra non fa distinzione di età, né di nazionalità: in gioco ci sono vite e diritti umani. Il mercato invisibile della violenza non può essere tollerato e, come ribadito durante la manifestazione, la società civile è chiamata a rispondere.