Le indagini sulla morte di Gennaro Ramondino, ritrovato carbonizzato in via Torre Poerio a Napoli, si intensificano, con particolare attenzione alle sue relazioni interpersonali. La polizia sta cercando di ricostruire gli eventi che hanno portato alla sua esecuzione, esplorando collegamenti potenzialmente letali all’interno della sua cerchia di amici e conoscenti. Le autorità temono che la macabra esecuzione rappresenti un messaggio violento legato alla criminalità organizzata, con evidenti segnali di un atteggiamento premeditato da parte degli autori.
Le indagini in corso
Il contesto dell’omicidio
L’omicidio di Gennaro Ramondino ha scosso la comunità napoletana, sollevando interrogativi sulle dinamiche della criminalità nella zona. Gli agenti della squadra mobile hanno avviato un’accurata indagine, concentrandosi sulle ultime interazioni di Ramondino. L’arresto di Massimiliano Santagata, un giovane boss legato a un gruppo noto come “Nuova paranza dei bambini,” ha spinto le forze dell’ordine a esaminare la possibilità di un coinvolgimento diretto di Santagata nelle dinamiche che hanno portato all’assassinio di Ramondino.
Il telefono cellulare di Ramondino non è stato recuperato, e la mancanza di questo dettaglio sta complicando le indagini. Gli inquirenti attendono i tabulati dall’operatore telefonico per scoprire eventuali comunicazioni con le persone che si trovano nel suo giro di contatti. Il modus operandi degli assassini suggerisce una pianificazione meticolosa e una volontà di cancellare qualsiasi prova, indicando la serietà della minaccia che si nasconde dietro l’omicidio.
Il luogo del ritrovamento
Il corpo di Ramondino è stato rinvenuto in via Torre Poerio, una zona di confine tra Pianura e Marano, un luogo scelto strategicamente per evitare un riconoscimento immediato. Secondo gli inquirenti, l’esecuzione è avvenuta altrove, e il corpo è stato trasportato in questo luogo prima di essere dato alle fiamme. Questo gesto non solo mira a distruggere le prove, ma serve anche a segnare un territorio, evidenziando l’intento intimidatorio e la brutalità della violenza in atto.
Dettagli sull’esecuzione
Il colpo fatale
Le indagini stanno ricostruendo gli eventi che hanno portato alla morte di Ramondino. Secondo i primi elementi raccolti, l’omicidio è avvenuto in un contesto apparentemente banale, con un incontro che non avrebbe destato sospetti. Tuttavia, gli investigatori escludono la casualità dell’evento, visto il carattere violento e premeditato dell’azione. Tre colpi di pistola a bruciapelo hanno segnato la fine del giovane, evidenziando la determinazione degli esecutori di chiudere il conto in sospeso.
Le autorità hanno ascoltato i familiari di Ramondino e amici abituali, nella speranza di ottenere informazioni su chi fosse presente al momento dell’appuntamento fatale. L’analisi delle ultime frequentazioni potrebbe svelare collegamenti con altri crimini o rivalità tra gruppi criminali, fornendo una visione più chiara del contesto in cui si è consumato il delitto.
Il contesto delle rivalità tra clan
La zona di Pianura e l’intera area Ovest di Napoli sono teatro di scontri tra bande rivali. Le indagini si concentrano in particolare sulla “Nuova paranza dei bambini,” che è emersa come un attore violento nel panorama della criminalità organizzata. La brutalità dell’omicidio di Ramondino è un ulteriore segnale di una violenza crescente tra i gruppi, e gli investigatori stanno raccogliendo informazioni su eventi recenti e su precedenti violenti che possono essere collegati all’azione.
In particolare, l’omicidio di Andrea Covelli, avvenuto nel 2022, resta una pista d’indagine significativa. Covelli, un giovane senza precedenti penali, era stato rapito e il suo corpo rinvenuto in condizioni simili a quelle di Ramondino, suggerendo una vendetta all’interno di un contesto di rivalità. Le autorità stanno seguendo ogni pista, cercando di comprendere il legame tra i due omicidi e se esiste un ciclo di vendetta che si sta perpetuando nella zona.
La brutalità della violenza
Gli omicidi avvenuti nella zona dimostrano un aumento preoccupante della violenza e della brutalità, evidenziato dal modo in cui i corpi sono stati trattati dopo la morte. La scelta di bruciare il corpo di Ramondino non è solo un atto di cancellazione, ma un gesto ostentato per lanciare un messaggio al rivale e alla comunità. Gli inquirenti stanno analizzando le modalità di esecuzione per tracciare le origini e i motivi di tale feroce violenza all’interno del contesto sociale e culturale della città.
Le indagini continuano a raccogliere elementi e testimonianze cruciali per comprendere i moventi dietro l’omicidio di Gennaro Ramondino, un caso che mette in luce le tensioni ancora presenti nel tessuto sociale di Napoli e le conseguenze tragiche di una vita segnata dalla criminalità.
Ultimo aggiornamento il 3 Settembre 2024 da Donatella Ercolano