Il 2025 segna un anno decisivo per la lotta contro l’inquinamento in Italia, e Napoli ha accolto uno dei momenti più significativi di questa battaglia. La città partenopea è stata teatro di un importante flash-mob in piazza Plebiscito, un evento che ha fatto parte della campagna nazionale “Ecogiustizia subito, In nome del Popolo inquinato“. Questa iniziativa, iniziata a novembre, ha toccato diverse località del Paese, portando in primo piano la richiesta di giustizia per le terre martoriate dall’inquinamento. A guidare la manifestazione, l’attore Antimo Casertano, che ha indossato i panni di un giudice per leggere la sentenza della Corte Europea per i diritti dell’uomo relativa alla controversa Terra dei Fuochi.
La voce della protesta e il significato della sentenza
Il flash-mob non è stato solo un momento di spettacolo, ma una vera e propria azione di protesta che ha visto la partecipazione di numerosi cittadini, gruppi e associazioni. Tra i manifestanti, il coro di slogan ha risuonato chiaro: “Che cosa vogliamo? Vogliamo giustizia. E quando la vogliamo? Subito.” Questa richiesta urgente evidenzia la frustrazione di una popolazione ormai stanca di aspettare risposte concrete. La lettura della sentenza da parte di Casertano ha rappresentato un simbolo potente, un richiamo alla responsabilità delle istituzioni in merito alle violazioni dei diritti umani legate all’inquinamento.
L’appello delle associazioni per l’Ecogiustizia
Mariateresa Imparato, presidente di Legambiente Campania, ha sottolineato l’importanza dell’unità tra diverse associazioni e sindacati durante questa manifestazione. Con la partecipazione di realtà come Acli, Arci, Agesci, Azione Cattolica e Libera, il messaggio si è amplificato. Imparato ha annunciato che verrà inviata una lettera al ministro dell’ambiente, simbolicamente consegnata al prefetto Michele di Bari. Questo atto segna non solo una protesta, ma un incubatore di proposte valide per affrontare le sfide ambientali attuali, come richiesto dalla Corte Europea.
Le associazioni chiedono un coinvolgimento attivo dei cittadini nelle decisioni, evidenziando un preoccupante ritardo nelle risposte da parte delle autorità . La denuncia dell’inquinamento in quest’area risale al 2003, segnalando come questo problema sia stato ignorato per troppo tempo.
L’impegno della Cgil e le richieste concrete per il futuro
La presenza della Cgil ha dato ulteriore peso alla manifestazione. Elisa Laudiero, rappresentante della segreteria Cgil Napoli e Campania, ha ribadito l’importanza della sentenza della Cedu nel riconoscere le lotte di tutti coloro che si sono impegnati contro l’inquinamento e la criminalità organizzata. Secondo Laudiero, le parole non bastano più e sono necessari interventi reali e immediati, a cominciare dalle bonifiche delle aree inquinate.
Le richieste vanno oltre le operazioni di pulizia: si mira al rilancio dell’area e al contrasto della criminalità organizzata che ha avvelenato il territorio per anni. La lotta per l’ecogiustizia non è solo un problema locale, ma un’emergenza nazionale che coinvolge la salute e il futuro delle generazioni.
Questo flash-mob rappresenta una tappa fondamentale di un cammino condiviso da molte voci, tutte unite sotto un’unica bandiera: il diritto a vivere in un ambiente sano e giusto. Le azioni civiche, come questa, sono l’elemento cruciale per ottenere cambiamenti tangibili e duraturi nella lotta contro l’inquinamento.