Il 9 maggio, l’Istituto Italiano per gli studi filosofici a Napoli, situato nel prestigioso Palazzo Serra di Cassano, accoglierà la presentazione del docufilm ‘Paesaggi Possibili’. L’evento avrà inizio alle ore 17 e sarà moderato da Luigi Buffone, con un ruolo attivo nell’ambito del project management presso l’Istituto per la Diffusione delle Scienze Naturali. Questo docufilm, diretto da Claudio Rodolfo Salerno, intende esplorare le interconnessioni tra diverse discipline scientifiche e l’importanza del contesto locale, il territorio vesuviano.
Interconnessione tra le discipline scientifiche
La presentazione del docufilm si apre con una riflessione sugli approcci scientifici. In una nota di presentazione, si sottolinea spesso la tendenza a separare le diverse aree di studio, facendole apparire come compartimenti stagni. Tuttavia, si evidenzia che discipline come la storia, l’archeologia, l’antropologia, la botanica e la vulcanologia dialogano intimamente tra loro. Questo scambio è essenziale per una comprensione completa dei fenomeni che caratterizzano le aree indagate. L’interazione e l’intreccio delle varie materie emergono naturalmente, ma solo attraverso una fruizione attenta e analitica è possibile coglierne la vera essenza. Quest’idea è centrale nel documentario ‘Paesaggi Possibili’, che non è solo un’opera artistica, ma anche un progetto di ricerca non convenzionale.
Un’indagine visiva sul territorio vesuviano
‘Paesaggi Possibili’ si propone come un’indagine visiva e sonora sul territorio vesuviano, frutto della collaborazione con le comunità locali. Il progetto ha avuto accesso a luoghi abbandonati, edifici in stato di rovina e atmosfere dove il tempo pare essersi fermato. Con una durata di quarantacinque minuti, il docufilm è il risultato di un costante dialogo tra arte e scienza, offrendo un’esperienza sensoriale unica. La regia di Salerno riesce a trasferire l’essenza di questi luoghi attraverso scelte visive e sonore che evocano l’emozione e la memoria. La base del documentario è il testo ‘L’evoluzione del Paesaggio Vesuviano’, pubblicato dallo stesso Salerno, che raccoglie studi e osservazioni sull’evoluzione di questo particolare ecosistema a partire dall’eruzione del 79 d.C., un evento che ha segnato profondamente il territorio.
Un progetto in continua evoluzione
‘Paesaggi Possibili’ rappresenta l’estensione visiva di un ampio lavoro di ricerca che abbraccia non solo la scienza, ma anche l’anima dei luoghi e delle persone che vi abitano. La realizzazione di questo docufilm è molto più di un lavoro concluso; al contrario, è descritto come un work in progress. La ricerca continua a mettere a fuoco gli spazi ricchi di memoria e di vestigia del passato. Ogni angolo, sia esso una bottega abbandonata o un ambiente domestico, racconta una storia attraverso oggetti e dettagli, spesso trascurati. I promotori del progetto evidenziano l’importanza nel restituire la dimensione estetica della fragilità , dove il legame tra natura e intervento umano è palpabile. Il paesaggio viene rivalutato attraverso giochi di luce e ombra, svelando una bellezza intrinseca, che spesso è invisibile a una prima occhiata.
I rischi della modernizzazione
Tuttavia, il docufilm non nasconde nemmeno le sfide della modernità . Durante il processo di riscoperta, emerge una tensione: la modernizzazione minaccia di annullare la memoria storica di questi luoghi. Questo tema di fragilità e identità in continua evoluzione è centrale nella narrazione del docufilm. Domande sull’impatto della modernità e sull’importanza di preservare la memoria dei luoghi emergono forti e chiare, spingendo lo spettatore a riflettere sul futuro di paesaggi storici sempre più a rischio.
Collaborazioni artistiche e contributi esperti
La realizzazione di ‘Paesaggi Possibili’ è il frutto di una sinergia tra professionisti e artisti di diverse discipline. Tra i collaboratori figurano Raffaele Riccardi, video editor, e il team di Vesuvian Soundscape, composto da Lino Monaco e Nicola Buono. Altre figure chiave includono Stefano Piancastelli, fotografo, e Anita Pagano, artista vocale. Inoltre, nel docufilm si possono ascoltare le voci di esperti come Giuseppe Luongo, vulcanologo, e Massimo Ricciardi, botanico, che offrono una prospettiva scientifica alle immagini e alle storie narrate. Un mosaico di professionalità , che, amalgamandosi, restituiscono un’opera densa di significato e qualità .
Il 9 maggio, Napoli celebra non solo un nuovo docufilm, ma un vero e proprio viaggio di esplorazione del paesaggio, fatto di storie, di scienza e di memoria.