Natfood, una delle principali aziende nel panorama delle bevande in Italia, ha annunciato un’importante svolta strategica nel suo percorso di crescita. A seguito dell’ingresso di Gimoka, un leader nel settore del caffè, come azionista di maggioranza, si prepara a un’energia rinnovata. Con oltre 25.000 clienti attivi, Natfood è un punto di riferimento nel mercato delle bevande calde e fredde, tra cui ginseng, orzo, cioccolata, tè, tisane e creme.
Un passo che segna un’evoluzione
La decisione di aggiungere il Gruppo Gimoka al capitale di Natfood non rappresenta solo un cambiamento nella composizione azionaria, ma un forte segnale verso il riconoscimento del successo ottenuto finora. Luciano Lochis, amministratore delegato di Natfood, ha evidenziato come questo nuovo impegno consenta alla società di esplorare un’ulteriore crescita. La sinergia tra le competenze di entrambe le aziende aprirà , secondo Lochis, a possibilità nuove, in particolare nella creazione di prodotti innovativi e soluzioni complete per il canale Ho.Re.Ca., non solo in Italia, ma anche oltre i confini nazionali.
L’operazione segue una strategia di crescita avviata nel 2021 e conferma la continuità del management esistente. La stabilità dell’assetto manageriale è stata garantita, e gli attuali membri del consiglio di amministrazione rimarranno in carica, incluso Giuseppe Lochis, che continuerà a ricoprire il ruolo di presidente. L’obiettivo è mantenere una linea indipendente e operativa, puntando a raggiungere un fatturato previsto di 40 milioni di euro per il 2024.
Innovazione e sviluppo: le nuove direzioni di Natfood
Con l’ingresso di Gimoka, le opportunità di ricerca e sviluppo per Natfood potrebbero crescere esponenzialmente. La crescente capacità dell’azienda non si limiterà alle sole bevande, ma si estenderà anche a tecnologie di erogazione e apparecchiature professionali. La sinergia punta a rendere Natfood particolarmente reattiva rispetto ai mutamenti nelle tendenze di mercato, garantendo un servizio clienti di alto livello.
Il consolidamento con il Gruppo Gimoka permetterà a Natfood di affinare ulteriormente le proprie competenze integrative. Quest’alleanza favorisca una comunicazione più fluida tra prodotto, dispositivo e distribuzione, promettendo esperienze migliorate sia per i clienti esistenti che per quelli futuri.
Grecia e sviluppo: la visione di Gimoka
Ivan Padelli, presidente del Gruppo Gimoka, ha sottolineato l’importanza di questa operazione, considerata un grande investimento per il Gruppo. La collaborazione con la famiglia Lochis, fondatrice di Natfood, è vista come un passo fondamentale per garantire la continuità aziendale. Le risorse e l’esperienza di Gimoka saranno messe a disposizione per incentivare sviluppo tecnologico e innovazione di prodotto, mantenendo però l’autonomia operativa di Natfood.
Questa fusione strategica, infatti, mira a supportare la crescita e l’innovazione del comparto Ho.Re.Ca., rispondendo ai bisogni di un mercato in continua evoluzione. Con un focus attento sulla qualità del servizio e sulla passione che ha sempre contraddistinto Natfood, quest’alleanza promette di conferire un’energia rinnovata a entrambe le aziende coinvolte.
Sostenibilità delle consulenze legali e finanziarie
La complessità di un’operazione di questa portata è supportata da team di esperti. Il Gruppo Gimoka ha ricevuto consulenza da Deloitte Financial Advisory per la parte finanziaria, affiancato dall’agenzia legale ADR S.r.l. Sul fronte opposto, GF Holding e Luciano Lochis sono stati assistiti da Baldi&Partners, GS Lex e PPZ & Partners, garantendo un supporto multifunzionale in ambito legale, finanziario e strategico.
Questa rete di professionisti era essenziale per facilitare il passaggio, assicurando che ogni aspetto fosse considerato e curato per garantire una transizione fluida e produttiva. Si prospetta un futuro promettente per Natfood sotto la guida di Gimoka, con l’intenzione di affermarsi ulteriormente nel mercato delle bevande, non solo in Italia, ma anche a livello internazionale.
Ultimo aggiornamento il 12 Dicembre 2024 da Marco Mintillo