La Corte d’Appello ha confermato la decisione del tribunale civile riguardante il mancato risarcimento ai familiari di sette giovani deceduti nel terremoto del 2009 a L’Aquila. La sentenza del 2022 aveva respinto la richiesta dei familiari, collegando le morti al presunto comportamento “incauto” dei giovani studenti che persero la vita nel crollo di un edificio nel centro storico della città .
La Decisione della Corte d’Appello: Analisi e Contesto
Secondo la Corte d’Appello, i giovani non sarebbero deceduti a causa di una presunta rassicurazione da parte della Protezione Civile, bensì a causa di una presunta scelta “incauta” di restare negli alloggi colpiti dal sisma. I giudici di secondo grado hanno stabilito che non vi fosse alcuna associazione tra le parole provenienti dalle istituzioni e la decisione dei giovani di rimanere nell’edificio.
La Valutazione della Prova da Parte dei Giudici
I giudici hanno analizzato il materiale probatorio acquisito, inclusa la documentazione relativa alla convocazione della riunione e le testimonianze raccolte. Nonostante le conversazioni intercettate tra il Capo del Dipartimento Protezione Civile e l’assessore regionale, la Corte ha sostenuto che non vi fossero prove a supporto dell’ipotesi che gli esperti presenti alla riunione avessero l’intenzione di tranquillizzare la popolazione a discapito delle valutazioni scientifiche.
Reazioni e Possibili Sviluppi Futuri
Il legale delle famiglie delle vittime, l’avvocato Alessandro Gamberini, ha espresso sconcerto per la sentenza emessa, sottolineando che i giovani deceduti avevano posto particolare fiducia nella Protezione Civile. Il legale sta attualmente valutando la possibilità di presentare un ricorso in Cassazione per far fronte a questa decisione giudiziaria.
Ultimo aggiornamento il 15 Luglio 2024 da Marco Mintillo