Netanyahu affronta l’Assemblea Generale dell’Onu: risposta alle accuse contro Israele

Netanyahu all’Onu difende Israele dalle accuse internazionali, promette di combattere contro Hezbollah e Hamas, critica le Nazioni Unite e chiede supporto globale per la sicurezza del suo Paese.
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Netanyahu affronta l'Assemblea Generale dell'Onu: risposta alle accuse contro Israele - Gaeta.it

Il discorso di Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite si è tenuto venerdì 27 settembre, in un momento cruciale per la sua leadership e per la politica estera israeliana. Durante l’intervento, il premier ha respinto quelle che ha definito “bugie” e “calunnie” provenienti da vari rappresentanti mondiali, in un contesto segnato dall’intensificarsi del conflitto con Hamas e Hezbollah. La sua presenza all’Onu è stata giustificata dalla necessità di chiarire la posizione di Israele e di rispondere a dichiarazioni che, a suo avviso, distorcono la situazione attuale.

Il discorso di Netanyahu all’Onu

Nel suo intervento, Netanyahu ha esplicitato che la sua decisione di partecipare all’Assemblea Generale è stata motivata dalla volontà di affrontare direttamente le accuse infondate nei confronti di Israele. Sebbene avesse inizialmente esitato a partecipare a causa della guerra in corso, ha ritenuto fondamentale “mettere le cose in chiaro”. Nel corso del discorso, ha enfatizzato che il suo Paese è impegnato in una battaglia su sei fronti, tutti fortemente sostenuti dall’Iran.

Il premier ha dunque avvertito il governo di Teheran, lasciando intendere che Israele è in grado di rispondere a qualsiasi attacco. “Non c’è angolo dell’Iran che non possiamo raggiungere“, ha affermato con determinazione. Inoltre, Netanyahu ha ribadito il diritto di Israele alla legittima difesa, promettendo che non si fermerà fino a quando non saranno riportati a casa tutti gli ostaggi e restituite le salme dei deceduti. Tale posizione si inserisce in un contesto di crescente tensione nella regione, generando reazioni contrastanti all’interno dell’assemblea.

La protesta contro il premier israeliano

Mentre Netanyahu si esibiva sul palco dell’Onu, all’esterno si registravano forti manifestazioni contro la sua presenza. Un gruppo di manifestanti ha accolto il premier israeliano con cartelli e slogan contro la guerra, esprimendo una forte opposizione alle sue politiche e alle operazioni militari in corso. La disapprovazione è stata esaustiva, con persone che chiedevano le dimissioni di Netanyahu, segnando un punto di vista diverso rispetto a quello sostenuto dai delegati che applaudivano dentro l’aula.

Tuttavia, il primo ministro ha concluso il suo discorso con un appello alla comunità internazionale, esortando i vari Stati a supportare Israele nella sua lotta contro quello che ha definito un “nemico comune”. Ha incoraggiato il suo popolo a continuare a resistere al fine di garantire la sicurezza e la pace per la propria nazione, nonostante le divisioni interne e le critiche esterne.

L’attacco alle Nazioni Unite

Uno dei momenti salienti del discorso di Netanyahu è stata la sua critica aperta alle Nazioni Unite, che ha descritto come una “palude di bile antisemita”. Il premier ha riservato parole dure anche per la Corte Penale Internazionale, che ha emesso un mandato di arresto nei suoi confronti con l’accusa di crimini di guerra. “I veri criminali di guerra non sono in Israele“, ha sottolineato, riaffermando la decisione del suo governo di continuare a colpire Hezbollah fino al raggiungimento di tutti gli obiettivi militari.

Netanyahu ha inoltre escluso qualsiasi ruolo per Hamas in una futura Gaza post-bellica, chiedendo al resto del mondo di sostenere gli Accordi di Abramo come fondamenta per una stabilità duratura in Medio Oriente. Questa visione suggerisce un futuro in cui Israele aspira non solo a una posizione di sicurezza, ma anche a un nuovo equilibrio di potere nella regione, sfidando le tradizionali alleanze e rivalità.

Ultimo aggiornamento il 27 Settembre 2024 da Elisabetta Cina

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