Il Nicaragua continua a vivere un periodo di forti tensioni politiche e sociali, con il governo del presidente Daniel Ortega che ha intensificato la repressione delle organizzazioni della società civile. Recentemente, l’esecutivo nicaraguense ha annunciato la revoca della personalità giuridica per un numero significativo di ONG, portando il totale a oltre 5.600 da quando sono iniziate le proteste contro il regime nel 2018. Oltre a queste chiusure, Ortega ha presentato un progetto di riforma del Codice penale all’Assemblea nazionale, delineando misure più severe contro presunti crimini contro lo Stato e le istituzioni pubbliche.
Chiusura di massa delle ONG: il contesto attuale
Negli ultimi momenti critici, il governo nicaraguense ha emesso una nuova ondata di chiusure che hanno colpito 169 ONG, aumentando così il numero totale di organizzazioni della società civile che hanno subito la stessa sorte. Solo undici giorni prima, altre 1.500 istituzioni erano state esclusivamente bersaglio di provvedimenti simili. Questa azione drammatica si inserisce in un contesto più ampio di repressione politica, iniziato nel 2018 con le manifestazioni antigovernative che hanno scosso il paese e messo in discussione la legittimità del regime di Ortega.
Le ONG chiuse provengono da vari ambiti, e questa specifica ondata di chiusure ha colpito in particolare istituzioni di ispirazione evanglica, come i pentecostali e i battisti, oltre a organizzazioni internazionali come Save the Children Canada. Il governo ha giustificato questa azione sostenendo che le ONG non avrebbero reso conto in modo trasparente delle loro finanze, accusandole di dirottare fondi per danneggiare il regime di Ortega. Le riforme imposte ora richiedono a queste entità di operare in armonia con le normative statali, creando un panorama complesso per la società civile nicaraguense.
Obbligo di collaborazione e riforme governative
Con l’intento di rafforzare il controllo governativo sulle ONG, il presidente Ortega ha stabilito che ogni organizzazione che desidera continuare le proprie attività dovrà collaborare strettamente con gli enti statali e governativi. Questa imposizione rappresenta un precedente significativo nella governance delle ONG in Nicaragua e riflette un clima di sfiducia nei confronti della società civile. Il governo sostiene che le riforme sono necessarie per garantire la trasparenza e la legalità nel settore non profit, tuttavia, le critiche da parte di esperti internazionali sottolineano la mancanza di libertà per le organizzazioni che operano in un contesto di crescente repressione.
Nel passato recente, le istituzioni della Chiesa cattolica erano state tra i principali bersagli delle politiche repressive di Ortega. Ora, tuttavia, il regime ha ampliato la sua attenzione a una vasta gamma di gruppi religiosi ed ONG che, secondo il governo, minerebbero la stabilità del paese. Queste manovre pongono interrogativi sulla libertà religiosa e civica, destando preoccupazione nella comunità internazionale.
Riforma del Codice penale: nuovi provvedimenti contro il dissenso
Parallelamente alla chiusura di tantissime organizzazioni, il presidente Ortega ha presentato un progetto di riforma del Codice penale, comprendente un insieme di nuove disposizione criminologiche. Questa riforma introduce reati che puniscono il finanziamento del terrorismo e altri atti contro la pubblica amministrazione. Le critiche storiche del governo ai propri oppositori richiedono, secondo Ortega, un aggiornamento del quadro normativo per fronteggiare le sfide moderne, ma suscita preoccupazioni riguardo all’uso strumentale della legge.
Un punto saliente della riforma è l’intenzione di rivedere l’articolo 410 del Codice penale, aumentando significativamente le pene per coloro che presuntamente minano l’integrità nazionale. Le sanzioni potrebbero arrivare fino a 30 anni di incarcerazione per individui coinvolti nell’organizzazione o nel finanziamento di attività considerate pericolose per lo Stato. Inoltre, la normativa proposta prevede che le leggi possano essere applicate non solo ai cittadini nicaraguensi, ma anche a stranieri, ampliando così la portata del diritto penale nazionale a livello internazionale, sebbene tali misure possano generare un clima di paura e di autocensura tra le entità operanti.
Queste azioni di Ortega indicano una direzione preoccupante per le libertà civili e la vita democratica nel Nicaragua, mentre la comunità globale osserva con crescente apprensione agli sviluppi della situazione nel paese. La crescente repressione delle organizzazioni della società civile e le modifiche normative suggeriscono un culminarsi di tensioni che potrebbero avere conseguenze durature per il futuro politico e sociale del Nicaragua.