Nick Mason ha nuovamente catturato l’attenzione del pubblico con un imperdibile concerto a Roma. Il batterista storico dei Pink Floyd ha portato sul palco dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone i brani iconici che hanno segnato la storia della musica psichedelica degli anni ’60 e ’70. Accompagnato dai membri del suo supergruppo, i Saucerful of Secrets, Mason ha offerto uno spettacolo che ha celebrato i primi lavori della band, compresi i successi del periodo di Syd Barrett, oltre a brani del successivo capitolo musicale.
Un viaggio attraverso la storia dei Pink Floyd
I primi lavori e l’eredità di Syd Barrett
Il concerto, tenutosi domenica 21 luglio, ha visto Nick Mason e i suoi compagni di band aprire la serata con “Astronomy Domine“, un brano emblematico del primo album dei Pink Floyd, “The Piper at the Gates of Dawn“, del 1967. Questo pezzo rappresenta non solo l’inizio di un viaggio musicale, ma anche l’influenza di Syd Barrett, la cui visione artistica ha plasmato le sonorità iniziali della band. Durante l’esibizione, le atmosfere psichedeliche si sono diffuse nella cavea dell’Auditorium, mentre un megaschermo alle spalle del palco proiettava immagini suggestive che richiamavano alla mente i colori e le sensazioni dei primi anni di attività della band.
Il legame tra Mason e Barrett è palpabile, come è stato dimostrato dalle reinterpretazioni dei brani emblematici che il pubblico ha accolto con grande entusiasmo. I fan hanno applaudito e acclamato calorosamente alla vista di Mason, un autentico simbolo della storicità dei Pink Floyd, che ha saputo rinnovare l’interesse per le opere più datate ma sempre attuali della band.
Una performance indimenticabile con la band
Accompagnato da Guy Pratt al basso, Gary Kemp alla chitarra e Lee Harris alla batteria, Mason ha condotto il pubblico attraverso un repertorio che ha mescolato perfettamente le influenze emotive dei brani originali con l’energia di una band fresca e attuale. Il concerto è stato suddiviso in due set di un’ora ciascuno, rendendo omaggio sia ai successi del periodo di Syd Barrett che ai brani successivi, in particolare dopo l’ingresso di David Gilmour nel 1968.
Il secondo set ha incluso “A Saucerful of Secrets“, una traccia che ha chiuso lo spettacolo con una lunga ovazione da parte del pubblico. Questo brano, proveniente dall’omonimo secondo album della band, è non solo un momento culminante della performance, ma anche un chiaro richiamo all’eredità musicale che i Pink Floyd hanno lasciato nel panorama rock. Gli applausi scroscianti e le urla di gioia del pubblico hanno completato un’esperienza coinvolgente, cementando ulteriormente il legame tra gli artisti sul palco e gli appassionati presenti.
Mason, con la sua inconfondibile presenza scenica, ha dimostrato che la musica dei Pink Floyd ha un potere senza tempo, capace di unire generazioni diverse in una celebrazione collettiva delle sonorità che hanno segnato un’epoca. Gli spettatori hanno avuto l’opportunità non solo di ascoltare, ma di vivere un concerto che rimarrà impresso nel cuore di chi ama la musica.