I produttori di nocciole della Tuscia hanno recentemente rivolto una richiesta formale alla Ferrero, evidenziando la necessità di rivedere i prezzi delle nocciole, che considerano ormai non più adeguati alle attuali circostanze economiche e climatiche. In una lettera inviata oggi, diverse rappresentanze dei produttori locali esprimono la loro preoccupazione e propongono un incontro con l’azienda per discutere della questione.
Fiducia e speranza nella filiera della nocciola
Nel messaggio destinato alla Ferrero, i produttori sottolineano il significato cruciale del progetto “Nocciola Italia” e dell’installazione dello stabilimento di Korvella Spa nella loro area. Queste iniziative hanno generato grande entusiasmo tra i produttori, che vedono in esse l’opportunità di rafforzare il settore e valorizzare il prodotto locale. Nonostante questo clima di ottimismo, tuttavia, i produttori avvertono che le attuali condizioni di mercato sono ben distanti dall’essere favorevoli.
Nell’epoca dell’avvio del progetto ‘Nocciola Italia’, gli studi svolti per determinare un giusto prezzo delle nocciole risultano oggi superati, affermano i produttori. Essi richiamano l’attenzione su come vari fattori, quali le fluttuazioni economiche e le sfide climatiche, abbiano portato a una situazione in cui i prezzi stabiliti non riflettono adeguatamente la realtà attuale del mercato. Questa disconnessione tra il prezzo stabilito e le contingenze emergenti mette sotto pressione gli agricoltori, che si trovano a dover considerare costi in aumento e concorrenza internazionale.
Fattori che influiscono sui prezzi delle nocciole
I motivi che giustificano la richiesta di revisione dei prezzi da parte dei produttori sono molteplici e complessi. In primo luogo, la pandemia di COVID-19 ha avuto un impatto significativo sulle filiere di approvvigionamento e sui costi operativi, generando un aumento generalizzato dei prezzi e una diminuzione della disponibilità di alcuni materiali. Inoltre, l’inflazione energetica e il rincaro dei costi della manodopera stanno rendendo sempre più difficile per i produttori locali mantenere la propria competitività.
In aggiunta, si segnala una riduzione della produzione negli ultimi anni, dovuta a climatiche avverse e all’invasione di nuovi parassiti, che hanno compromesso la salute degli impianti. Questi fattori, uniti all’aumento dell’importazione di nocciole da Paesi con normative meno severe, contribuiscono a creare una concorrenza sfavorevole per la nocciola italiana. Le norme che tutelano la qualità del nostro prodotto sono costose e rigide, commentano i produttori, enfatizzando come questo influisca su quella che considerano una ingiusta penalizzazione per il prodotto made in Italy.
L’impatto della griglia di attribuzione dei prezzi
Un altro aspetto cruciale evidenziato nella lettera è la griglia che determina le fasce di attribuzione del prezzo delle nocciole. I produttori sostengono che tale sistema penalizza il prodotto italiano, in particolare quelli destinati al progetto “Nocciola Italia”. La rigidità delle fasce di prezzo non tiene conto delle variazioni di mercato e non riflette le esigenze reali dei produttori, che si sentono sempre più isolati nella loro lotta per la sostenibilità economica.
In un contesto in cui la qualità e la tradizione della nocciola italiana sono riconosciute a livello globale, gli agricoltori della Tuscia chiedono un’attenzione maggiore da parte delle aziende come Ferrero. È fondamentale che si inizi a trattare la questione dei prezzi in modo equo e trasparente, affinché il lavoro dei produttori locali venga valorizzato e sostenuto, garantendo nel contempo la qualità che contraddistingue la nocciola italiana nel panorama internazionale.
Ultimo aggiornamento il 4 Ottobre 2024 da Donatella Ercolano