La questione delle norme di diritto pubblico che si applicano alla Fondazione Milano-Cortina 2026 è diventata oggetto di un acceso dibattito legale. Da un lato, la Procura di Milano ha sostenuto a partire da maggio che dovrebbero essere applicate tali norme. Dall’altro, il governo ha emesso una norma a giugno per escluderle, temendo che ciò possa compromettere lo svolgimento dei Giochi Olimpici invernali. Ora, spetta al Tribunale del Riesame fare chiarezza su questa complessa questione legale.
Le dichiarazioni interne alla Fondazione
I manager e avvocati interni alla Fondazione Milano-Cortina 2026 hanno espresso posizioni contrastanti. Mentre alcuni sostengono che la Fondazione sia di natura pubblica e soggetta alle norme di diritto pubblico, altri sollevano dubbi su questa interpretazione. Le recenti intercettazioni di tre manager della Fondazione hanno aggiunto ulteriore complicazione alla vicenda, mettendo in discussione l’effettiva natura e finalità dell’ente.
Le tesi giuridiche a confronto
La Fondazione Milano-Cortina 2026, comitato organizzatore dei Giochi Olimpici invernali, è al centro di posizioni giuridiche divergenti. Mentre la Fondazione e il governo sostengono la sua natura privata senza fini di lucro, i pubblici ministeri milanesi ipotizzano una natura pubblicistica dell’ente. La questione si basa su interpretazioni legali contrastanti e sull’adesione agli impegni internazionali dell’Italia in materia olimpica.
Il Tribunale del Riesame e il primo vaglio
Il Tribunale del Riesame si trova ora ad affrontare la delicata questione della natura della Fondazione per poter procedere con il ricorso presentato da uno dei manager indagati. Gli inquirenti sottolineano le dichiarazioni interne alla Fondazione che sembrano confermare l’interpretazione pubblicistica dell’ente. La decisione del Tribunale sarà cruciale per gettare luce sulla complessa situazione legale che coinvolge la Fondazione Milano-Cortina 2026.