La complessa vicenda legata alla morte di Serena Mollicone, avvenuta nel 2001, continua a far discutere e riprendere il suo corso giuridico. I giudici della Cassazione hanno disposto un nuovo processo d’appello, accogliendo l’istanza della Procura generale contro l’assoluzione degli imputati, membri della famiglia Mottola. L’intera comunità attende da anni giustizia per la giovane studentessa, i cui resti furono rinvenuti dopo tre giorni di ricerche in un boschetto di Arce. Questo nuovo sviluppo potrebbe significare un passo avanti nella ricerca della verità su uno dei casi di cronaca più intricati e nostrani.
La decisione della Cassazione
La decisione dei giudici della prima sezione della Cassazione di riaprire il caso ha accolto le richieste del procuratore generale. Questo intervento si è reso necessario dopo che nel luglio 2024 i giudici di secondo grado avevano già assolto Franco Mottola, ex comandante della stazione dei Carabinieri di Arce, e i suoi familiari, Anna Maria e Marco. La sentenza di appello aveva infatti accolto la stessa linea difensiva presentata nel primo grado, annullando le precedenti accuse per mancanza di prove. Nella sua requisitoria, il procuratore ha contestato questa sentenza, sottolineando presunti vizi di legge e l’assenza di un’analisi coerente degli indizi a carico dei Mottola.
La risposta della Corte alla richiesta di un nuovo giudizio è stata accolta con un breve applauso da diversi presenti, con uno striscione affisso all’esterno che ribadiva: “Serena vive”. Sono state emozioni forti per Consuelo, sorella di Serena, che ha sottolineato la sua attesa di giustizia per la sorella e il padre, entrambi scomparsi senza trovare risposte.
Le posizioni degli imputati e le difese
Franco e Marco Mottola, a seguito della sentenza, hanno lasciato l’aula senza rilasciare dichiarazioni. Il comportamento di Franco Mottola, che ha commentato con un “sto bene” il suo stato d’animo al termine dell’udienza, ha fatto pensare a un certo distacco nei confronti dell’evoluzione del processo. Gli avvocati della difesa sono stati chiari nell’affermare che attendono con interesse le motivazioni della sentenza per rivedere la loro strategia legale.
Un aspetto fondamentale della requisitoria è stato l’argomento che la sentenza precedentemente emessa fosse viziata e carente, non avendo considerato gli elementi fondamentali del caso. La requisitoria del rappresentante dell’accusa ha evidenziato l’assenza di indagini complete e dettagliate circa la presenza di Serena nella caserma al momento della sua scomparsa. Così facendo, hanno messo in discussione le conclusioni raggiunte dai giudici in precedenza.
Elementi chiave del caso
Uno degli eventi cruciali che hanno inciso sull’andamento processuale si trova nelle dichiarazioni di Santino Tuzi, brigadiere dell’Arma dei Carabinieri, che successivamente si è tolto la vita. Durante la riapertura del processo, le sue affermazioni sono state messe a confronto con il contenuto della sentenza, riscontrando che la Corte aveva presentato testimonianze confuse e poco attendibili.
In particolare, un amico di Tuzi ha testimoniato nel nuovo processo di appello, esprimendo dubbi sulla reale natura del suicidio, insinuando che Tuzi potesse essere stato messo a tacere. Ma la Corte non ha accolto con favore questa ipotesi, sostenendo invece che l’attesa del testimone per ben 15 anni per rivelare informazioni così cruciali gettava ombre sulla sua credibilità.
I presunti moventi e conclusione del processo
Al di là delle dinamiche processuali, il movente alla base dell’omicidio di Serena Mollicone è stato oggetto di analisi approfondita. Si è ipotizzato che Marco Mottola temesse di essere denunciato da Serena per spaccio di droga, portandolo a reagire in modo violento. Tuttavia, la Corte ha ritenuto questo movente “evanescente” e insufficiente, sottolineando che il panorama probatorio rimane incerto e contradditorio.
Le parole di Pasolini, citate dai giudici, gettano un’ombra su un caso che, nonostante l’intenso lavoro di ricerca della verità, rimane carente di prove concrete. Dunque, oltre questa rinnovata audizione, il percorso verso la giustizia per Serena Mollicone è di nuovo nelle mani dei giudici d’appello, il cui giudizio sarà cruciale per le sorti del caso.