L’entrata in vigore della Banca Dati delle Strutture Ricettive segna un cambiamento significativo per il settore turistico italiano. Dal 3 settembre, tramite l’Avviso pubblicato nella Gazzetta Ufficiale e sul sito del ministero del Turismo , gli operatori del settore hanno 60 giorni per conformarsi alle nuove disposizioni stabilite dall’art. 13-ter del decreto-legge n. 145/2023. Questo sistema è progettato per garantire legalità, migliorare la qualità dei servizi e combattere l’evasione fiscale nel settore dell’ospitalità.
L’importanza della banca dati
Un passo verso la legalità e la trasparenza
Il ministero del Turismo ha sottolineato l’importanza di questo nuovo strumento, definito dalla ministra Daniela Santanchè come “un passo importante per garantire legalità e piena trasparenza agli utenti”. La Banca Dati delle Strutture Ricettive non solo aiuterà a rendere più chiaro e tracciabile il panorama delle strutture ricettive in Italia, ma rappresenta anche un mezzo per contrastare l’emersione del sommerso, che ha storicamente afflitto questo settore. Santanchè ha anche commentato il fatto che le Agenzie di Viaggio Online si stanno allineando a queste nuove normative e non presenteranno più strutture sprovviste del Codice Identificativo Nazionale .
Obiettivi e funzionamento del sistema
La Banca Dati è costruita per fornire una mappatura dettagliata degli esercizi ricettivi in Italia e si propone di migliorare il coordinamento tra i dati delle varie amministrazioni statali e locali. Grazie a meccanismi di interoperabilità, gli operatori di settore potranno accedere a informazioni rilevanti riguardanti le strutture. Tra i dati inclusi ci sono la tipologia di alloggio, la posizione geografica, la capacità ricettiva e l’ente responsabile dell’attività.
L’integrazione di queste informazioni permetterà non solo di avere una visione più chiara dell’offerta turistica italiana, ma sarà anche fondamentale nel contrastare pratiche irregolari e garantire una concorrenza leale nel settore.
Il codice identificativo nazionale
Procedura per l’assegnazione del CIN
Uno degli aspetti cruciali della nuova Banca Dati è la gestione del Codice Identificativo Nazionale , una misura prevista dal decreto-legge 18 ottobre 2023, n. 145. La procedura per l’assegnazione del CIN sarà interamente telematica, facilitando così l’accesso e la registrazione per gli operatori. Riconoscere e avere il CIN rappresenta un obbligo fondamentale per ogni struttura ricettiva, che dovrà esporre il codice in modo visibile all’esterno dell’edificio e includerlo in ogni comunicazione o annuncio pubblicato.
Requisiti per gli operatori turistici
Tutte le strutture ricettive dovranno adeguarsi a questa normativa entro il termine stabilito per evitare sanzioni. La prima fase comporta la registrazione nella Banca Dati, che porterà all’assegnazione del CIN, fondamento della conformità legale nel settore. Le strutture che non presenteranno il CIN non saranno visibili alle OTA, creando di fatto un deterrente per quelle operazioni che potrebbero essere considerate irregolari.
Impatti attesi sul settore turistico
Maggiore qualità dei servizi
L’implementazione della Banca Dati e del CIN è destinata a promuovere una elevata qualità dei servizi offerti ai turisti. Con la maggiore trasparenza e la regolamentazione del settore, i turisti potranno affidarsi a strutture certificate, contribuendo così a una migliore esperienza complessiva. Questo è particolarmente rilevante in un contesto in cui l’ospitalità è un settore chiave per l’economia italiana.
Controllo e monitoraggio
La Banca Dati offre anche la possibilità alle autorità competenti di monitorare e verificare le strutture ricettive, contribuendo così a mantenere standard elevati e a contrastare eventuali irregolarità. Attraverso la raccolta e l’analisi dei dati, sarà più facile intervenire in caso di problematiche legate alla trasparenza e alla legalità nel settore.
Le nuove misure annunciate dal ministero rappresentano un netto cambiamento nella gestione del settore turistico, ponendo l’accento su regole chiare e sulla necessità di una maggiore professionalizzazione degli operatori. In questo modo, l’Italia aspira a diventare un modello di riferimento per il turismo globalizzato, puntando su qualità e legalità.