La situazione nel carcere minorile Beccaria di Milano continua a destare preoccupazione, con un nuovo caso di evasione che ha messo in luce le fragilità del sistema penitenziario. Nel pomeriggio di domenica, due fratelli italiani di origini egiziane sono riusciti a fuggire, seguiti successivamente da un terzo ragazzo, anch’esso italiano. L’incidente ha riacceso il dibattito sulla sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie per minori e sulla gestione dei detenuti.
La situazione all’interno del carcere minorile Beccaria
Un carcere modello in difficoltà
Il carcere minorile Beccaria, storicamente considerato un esempio positivo per la riabilitazione dei giovani, sta affrontando un lento ma costante declino. La fuga di domenica non è un evento isolato. Alfonso Greco, segretario lombardo del Sindacato autonomo polizia penitenziaria , ha sottolineato che i due evasi erano già noti per comportamenti problematici, avendo avuto precedenti tentativi di evasione. Tale episodio ha suscitato forte preoccupazione riguardo al trattamento e alla sorveglianza dei minori detenuti.
Il carcere Beccaria, situato nel cuore di Milano, avrebbe dovuto essere un luogo di recupero e reinserimento per i giovani, invece, recenti eventi suggeriscono che la realtà sia ben diversa. La popolazione carceraria minorile, composta da ragazzi che provengono da contesti difficili, porta con sé una serie di problematiche che richiederebbero un’attenzione particolare da parte delle autorità.
Le richieste del sindacato
Greco ha esortato il Ministero della Giustizia a prendere misure concrete per migliorare la sicurezza all’interno delle strutture penitenziarie. “Non possiamo considerare i ragazzi detenuti come semplici indisciplinati”, ha affermato, evidenziando la necessità di riconoscere il contesto in cui si trovano e le loro reali esigenze. Il sindacato chiede un intervento urgente per garantire la sicurezza non solo per i detenuti, ma anche per gli agenti di polizia penitenziaria, che ogni giorno affrontano situazioni sempre più rischiose.
Da diverso tempo, il Sappe ha avvertito che la mancanza di risorse e il deterioramento delle strutture di detenzione stanno creando un ambiente di lavoro insostenibile. La richiesta di una maggiore attenzione da parte delle istituzioni deve essere accompagnata da un’azione concreta per evitare che episodi simili possano ripetersi in futuro.
L’identità dei ragazzi evasi e il contesto del problema
Chi sono i fuggitivi
Secondo quanto riferito, uno dei due fratelli aveva già tentato di evadere nel giugno scorso, un evento che si era concluso con il suo rintracciamento in breve tempo. La frequente comparsa di casi di evasione suggerisce una gestione inadeguata all’interno del sistema penitenziario minorile. L’assente di misure preventive efficaci sembra contribuire a un clima di insicurezza, non solo per i detenuti, ma anche per il personale.
Il segretario generale della Uilpa, Gennarino De Fazio, ha messo in evidenza come questi eventi non siano casuali, ma piuttosto riflettano una crisi più profonda del sistema penitenziario in Italia. La gestione dei minorenni detenuti, che possono rimanere in carcere fino all’età di venticinque anni, pone sfide significative che richiedono interventi strategici e una revisione delle politiche attuali.
Riflessioni sulle responsabilità politiche
L’attenzione rivolta alle problematiche del carcere minorile non deve essere limitata a singoli episodi di evasione, ma deve comprendere una riflessione più ampia sulla responsabilità delle istituzioni. Da anni si sollecitano miglioramenti nella gestione delle carceri, ma il “pressapochismo politico” denunciato da figure del settore evidenzia l’urgenza di riforme strutturali e un ripensamento delle priorità politiche.
Quello che è successo al carcere minorile Beccaria è solo l’ultimo di una serie di eventi che dimostrano l’esigenza di un intervento serio e mirato per affrontare le problematiche interne. I ragazzi detenuti, spesso provenienti da situazioni problematiche e contesti sociali complessi, necessitano di un trattamento adeguato e di programmi di rieducazione volti a favorire il loro reinserimento nella società.