Il Consiglio dei Ministri ha approvato definitivamente un decreto delegato il 7 agosto 2024, introducendo una nuova imposta di consumo sui prodotti da inalazione senza combustione. Questo cambiamento normativo rientra nella riforma del TUA, il Testo Unico delle Accise, e avrà impatti significativi sui consumatori di sigarette elettroniche. Scopriamo in dettaglio cosa comporterà.
L’introduzione della nuova imposta: specifiche e modalità
La recente modifica legislativa ha inserito l’art. 62-quater 2 all’interno del TUA . Questa nuova disposizione prevede l’applicazione di un’imposta di consumo su tutti i prodotti da inalazione senza combustione costituiti da sostanze solide, escluse quelle di tabacco. Importante sottolineare è che l’imposta non si applicherà a tali prodotti se autorizzati come medicinali conformemente al Decreto Legislativo 219/2006. La norma stabilisce chiaramente le modalità di applicazione dell’imposta, sottolineando che essa si attesta all’art. 39 terdecies del TUA.
L’impatto di questa misura si fa sentire in un momento in cui molti consumatori stanno già affrontando l’aumento dei costi nella vita quotidiana. I prodotti interessati includono, tra i più noti, le sigarette elettroniche e i dispositivi di inalazione simili. Pertanto, la questione non è solo fiscale, ma implica anche un cambiamento nel modo in cui i consumatori percepiscono e accedono a tali prodotti.
L’effetto sui prezzi delle sigarette elettroniche
Fino ad oggi, l’imposizione fiscale sulle sigarette elettroniche ha riguardato un’accisa pari al 38% di quella applicata alle sigarette convenzionali. Con la nuova riforma, l’accisa sale al 40%, rappresentando un incremento significativo del 2%. Questo aumento desterà preoccupazione tra i consumatori, il cui potere d’acquisto è già compromesso da vari fattori economici.
Gli esperti del settore avvertono che il rincaro dei costi di produzione e distribuzione potrebbe tradursi in un aumento dei prezzi al consumo, rendendo l’accesso a queste alternative al fumo ancora più oneroso. Le aziende produttrici e i rivenditori, a loro volta, potrebbero sentirsi costretti ad adeguare i listini per compensare la nuova tassazione, rischiando di disincentivare l’uso di sigarette elettroniche, che molti considerano una forma meno nociva di consumo di nicotina.
Chi sarà maggiormente colpito dall’imposta
Sebbene l’imposta non ricada direttamente sui cittadini, il suo peso grava sulle aziende produttrici e distributrici di sigarette elettroniche e di altri dispositivi simili. Esse dovranno farsi carico della nuova normativa, con potenziali ripercussioni sui loro margini di profitto, il che potrebbe in un secondo momento riflettersi sui prezzi finali per i consumatori.
Inoltre, i rivenditori potrebbero trovarsi nella posizione di dover giustificare ai propri clienti l’aumento dei prezzi, in un contesto di crescente competitività tra i diversi player del mercato. Questo non solo potrebbe influenzare le strategie di vendita, ma anche i rapporti tra produttori, distributori e consumatori, all’interno di un ambiente commerciale già segnato da forti dinamiche.
Con l’introduzione di questo nuovo regime fiscale, le impostazioni di mercato potrebbero subire cambiamenti significativi, rendendo essenziale per gli operatori del settore adattarsi rapidamente alle nuove logiche di pricing e Marketing.