Nuova indagine della Procura di Milano sui presunti abusi edilizi nel cantiere di via Cancano

Nuova indagine della Procura di Milano sui presunti abusi edilizi nel cantiere di via Cancano

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Nuova indagine della Procura di Milano sui presunti abusi edilizi nel cantiere di via Cancano - Gaeta.it

Un’ulteriore inchiesta è stata avviata dalla Procura di Milano, concentrandosi su presunti abusi edilizi legati al noto cantiere di via Cancano, situato nel Parco delle Cave. Nove persone, tra cui dirigenti e architetti, sono state iscritte nel registro degli indagati. Il caso, che ha già sollevato un acceso dibattito sulla gestione dell’urbanistica milanese, evidenzia ancora una volta le fragilità del sistema normativo legato all’edilizia urbana.

Problemi legati alla costruzione delle Residenze Lac

La situazione del cantiere

Il cantiere delle “Residenze Lac” in via Cancano 5 è al centro dell’inchiesta per la sua realizzazione su un’area precedentemente industriale, ora dismessa. Qui si stanno costruendo tre torri residenziali alte tra i 27 e i 43 metri, destinate ad ospitare 217 inquilini in 77 appartamenti. La densità abitativa prevista è significativa, con un coefficiente di 4,06 mc/mq. Tuttavia, le autorità hanno espresso preoccupazioni riguardo all’impatto idrogeologico e ecologico dell’intervento edilizio.

La decisione della giurisdizione di intercettare il progetto solleva interrogativi sull’efficacia delle misure di controllo da parte dell’amministrazione comunale. La giudice per le indagini preliminari, Lidia Castellucci, ha motivato il sequestro preventivo rispetto alle modalità processuali che, secondo l’accusa, avrebbero portato all’emissione di un titolo edilizio considerato invalido.

Le parole della direttrice del settore urbanistica

Durante un’intervista, Simona Collarini, direttrice del Settore Pianificazione Urbanistica Generale, ha evidenziato come le scelte progettuali legate al cantiere di via Cancano abbiano avuto un impatto negativo sull’area circostante. In un verbale di riunione del marzo 2022, Collarini ha avvertito dell’importanza di evitare situazioni simili in futuro, suggerendo un errore di pianificazione che ha già messo a repentaglio il paesaggio urbano. Tali dichiarazioni sono ora fondamentali nel contesto dell’inchiesta, poiché evidenziano la consapevolezza dell’amministrazione rispetto ai rischi connessi all’intervento.

Gli indagati e le irregolarità amministrative

I principali soggetti coinvolti

Oltre ai dirigenti comunali, nel registro degli indagati figura Paolo Mazzoleni, progettista di Lakes Park srl, l’azienda proprietaria dell’area. Mazzoleni, attualmente assessore all’Urbanistica a Torino, è già noto per essere stato coinvolto in altre inchieste. L’amministratrice dell’azienda, Rossella Bollini, e il procuratore della subentrata società Nexity Milano Parco delle Cave srl, Nicolas Henri Rodriguez, compongono la lista degli indagati. Infine, è presente anche Ombra Katina Bruno, responsabile dell’asseverazione del permesso Scia, figura chiave in questo contesto.

Controversie sulle convenzioni urbanistiche

Al centro dell’inchiesta si trova anche la contestata Convenzione Urbanistica stipulata il 31 gennaio 2019. Questo accordo, firmato di fronte a un notaio, ha permesso di aggirare le corrette procedure burocratiche necessarie per garantire un’adeguata partecipazione dei cittadini e l’approvazione da parte del Consiglio Comunale. L’assenza di un piano attuativo ha di fatto annullato le possibilità di programmazione territoriale da parte delle autorità pubbliche, aprendo la strada a una serie di irregolarità.

L’ammissione del costruttore alla monetizzazione degli standard urbanistici, avvenuta in un contesto di eccezionalità, ha comportato un risparmio di circa 618mila euro, privando il Comune di eventuali introiti e aumentando ulteriormente le riserve sulla gestione sostenibile del territorio. Secondo le accuse, queste decisioni hanno creato un precedente pericoloso per il futuro dell’urbanistica milanese.

Le reazioni e l’impatto sulla città

Le conseguenze sul panorama urbano

La nuova indagine e il sequestro del cantiere di via Cancano hanno già sollevato un’ondata di reazioni tra i cittadini e le associazioni ambientalistiche milanesi. L’urbanistica della città, già messa in discussione da numerosi interventi controversi, rischia di subire un ulteriore colpo. La fiducia nella capacità delle istituzioni di gestire lo sviluppo urbano in modo sostenibile e inclusivo è già stata erosa da precedenti scandali.

Le aspettative future

Con il progredire dell’inchiesta, le aspettative riguardano ora non solo il destino del cantiere in via Cancano, ma anche l’intera strategia urbanistica dell’amministrazione comunale. Sarà fondamentale per le autorità pubbliche ripristinare una governance responsabile e trasparente, capace di evitare il ripetersi di tali situazioni. L’attenzione è ora focalizzata sulla volontà di garantire un futuro urbanistico sostenibile e rigenerativo per Milano, che continui a favorire la crescita economica senza compromettere la qualità della vita dei cittadini.

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