Nuova svolta nel processo Rfi: il tribunale di Napoli si dichiara incompetente

Il tribunale di Napoli trasferisce l’appalto ferroviario a Napoli Nord, mentre le indagini antimafia rivelano legami tra aziende e clan camorristico, complicando ulteriormente il processo.
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Nuova svolta nel processo Rfi: il tribunale di Napoli si dichiara incompetente - Gaeta.it

Le recenti dispute giudiziarie riguardanti l’appalto ferroviario di Rete Ferroviaria Italiana continuano a creare imprevisti. Dopo un lungo percorso, il tribunale di Napoli ha stabilito la propria incompetenza territoriale per il troncone napoletano del caso, che coinvolge diverse aziende sospettate di avere legami con il clan camorristico dei Casalesi. Gli atti sono stati trasferiti al presidente del tribunale di Napoli Nord, il quale avrà il compito di assegnare il processo a un collegio.

Il cronoprogramma del processo

Il procedimento legale ha radici profonde, con un primo troncone del processo in corso da oltre un anno presso il tribunale di Santa Maria Capua Vetere. Tra gli imputati, spiccano i nomi di Nicola e Vincenzo Schiavone, imprenditori con forti legami con il capoclan Francesco “Sandokan” Schiavone. Questo primo troncone ha già affrontato problematiche di competenza. Infatti, tra aprile e maggio 2023, la prima sezione penale aveva dichiarato la propria incompetenza, passando gli atti alla seconda sezione. Questa, a sua volta, si era trovata nella stessa situazione, fino a che le carte non sono giunte alla terza sezione, dove il processo è attualmente in corso.

L’iter processuale ha subito fasi di slittamento e rinvii, rendendo la situazione complessa e confusa. Nel maggio 2023, a seguito di istanze delle difese dei 59 imputati, il presidente del collegio giudicante, Meccariello, ha deciso di inviare gli atti alla Cassazione, che a ottobre ha rigettato la richiesta di riesame. Questa continua incerta navigazione processuale ha portato alla decisione di suddividere il processo in due tronconi distinti, dando adito a un ulteriore allungamento dei tempi.

Le indagini della direzione distrettuale antimafia

Le indagini condotte dalla Direzione distrettuale antimafia hanno avuto un forte impatto sul panorama giudiziario campano, coinvolgendo oltre 60 individui. Tra quest’ultimi si trovano esponenti noti del clan dei Casalesi, funzionari di Rfi, oltre a imprenditori e colletti bianchi. Il caso ha messo in luce un complesso sistema di legami illeciti all’interno del quale operavano le aziende coinvolte negli appalti.

Nell’ottobre 2023, i risultati del rito abbreviato per alcuni imputati si sono concreti in condanne che ammontano a un totale di 38 anni. Tra i condannati figura Dante Apicella, un esponente di spicco del clan, condannato a 16 anni e 5 mesi. Queste condanne segnano un passo significativo nel tentativo di risolvere la questione degli appalti irregolari, ponendo un focus sulle infiltrazioni mafiose nel settore pubblico.

L’assegnazione del processo a Napoli Nord

La recente decisione del tribunale di Napoli di trasferire gli atti a Napoli Nord introduce nuove dinamiche nel processo. Il presidente di Napoli Nord sarà responsabile di selezionare il collegio che gestirà il caso. Attualmente, trenta dei sessanta imputati saranno trasferiti per affrontare processi per accuse di associazione a delinquere finalizzata ad intestazione fittizia, corruzione, turbativa d’asta, favoreggiamento e altro ancora.

Questa ristrutturazione del processo non solo segna un cambiamento nel contesto giudiziario, ma rappresenta anche una sfida per le difese e per il pubblico ministero che deve affrontare un processo drasticamente complesso e articolato. La nuova assegnazione porterebbe una maggiore chiarezza sia per gli imputati che per la collettività, sottolineando l’impegno della giustizia nel contrastare la criminalità organizzata e nel garantire trasparenza negli appalti pubblici.

Ultimo aggiornamento il 24 Settembre 2024 da Marco Mintillo

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