Nuova tecnica di chemioterapia innovativa al "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme: prima in Calabria

Nuova tecnica di chemioterapia innovativa al “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme: prima in Calabria

L’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme introduce la tecnica Pipac per il trattamento dei tumori addominali, offrendo nuove speranze ai pazienti calabresi e migliorando l’accesso a cure avanzate.
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Nuova tecnica di chemioterapia innovativa al "Giovanni Paolo II" di Lamezia Terme: prima in Calabria - Gaeta.it

Nell’ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme, si è svolto un intervento pionieristico per il trattamento di tumori addominali, utilizzando la Pipac, una procedura di chemioterapia intra-peritoneale a flusso d’aria pressurizzata. Questo intervento rappresenta un’importante novità per la Calabria, dove fino ad oggi le persone affette da neoplasie complesse dovevano recarsi in altre regioni per ricevere cure simili. L’intervento, effettuato da un’equipe specialistica, non solo segna un traguardo nella cura del cancro, ma offre anche nuove speranze per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

La tecnica Pipac: un approccio mini-invasivo

La Pipac prevede una somministrazione locale di farmaci chemioterapici direttamente nella cavità peritoneale tramite un metodo mini-invasivo. Questo consente un’assimilazione ridotta del farmaco, rendendo il trattamento più tollerabile per il paziente. L’intervento è stato eseguito in anestesia generale e guidato da Manfredo Tedesco, direttore della Chirurgia generale, coadiuvato da uno staff esperto che comprendeva i chirurghi Denise Gambardella e Ettore Caruso, oltre all’equipe anestesiologica diretta da Anna Monardo e alla strumentista Margherita Gottardo, attivamente coinvolta nella procedura.

La paziente che ha beneficiato di questa innovativa tecnica soffriva di carcinosi peritoneale, una condizione severa causata da una neoplasia uterina. L’operazione mira a ridurre o eliminare il versamento ascitico, permettendo così una rapida ripresa post-operatoria. Si prevede che, attraverso un ciclo di trattamenti ripetuti ogni 6-8 settimane, la donna possa ottenere un significativo miglioramento della sua condizione.

Un’opzione terapeutica vantaggiosa

La Pipac non solo rappresenta una nuova opportunità per la gestione dell’ascite neoplastica, ma offre anche prospettive per applicazioni future in oncologia. Manfredo Tedesco ha sottolineato come questo approccio possa riuscire a ridurre la malattia peritoneale, portandola a uno stato di operabilità. Tanto che, in casi con alto rischio di recidiva, potrebbe essere utilizzata anche come trattamento profilattico.

Questo intervento è tra i più recenti sviluppi nella chemioterapia locale ed è accolto con entusiasmo dalla comunità medica. Gli effetti collaterali sono limitati, e la rapidità di convalescenza consente ai pazienti di riprendere i normali trattamenti sistemici in tempi brevi. Si stima che il 90% dei pazienti operati accusi un recupero di ottima qualità dopo l’intervento.

Riconoscimento della struttura ospedaliera

Con l’implementazione della Pipac, l’ospedale “Giovanni Paolo II” si conferma un centro baricentrico per la cura di patologie oncologiche, in particolare per il trattamento di neoplasie gastriche e complicazioni associate al peritoneo. La direzione dell’Azienda sanitaria provinciale di Catanzaro ha evidenziato come l’introduzione di tecniche innovative di questo tipo arricchisca ulteriormente l’offerta terapeutica del nosocomio, rendendolo un punto di riferimento per molti pazienti affetti da patologie oncologiche complesse.

Quest’innovazione non solo migliora le capacità terapeutiche dell’ospedale, ma promette anche di aumentare le opportunità di cura per i cittadini calabresi, consentendo loro di ricevere trattamenti avanzati senza dover affrontare viaggi lontani.

Ultimo aggiornamento il 19 Dicembre 2024 da Laura Rossi

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