Nuova terapia per il linfoma mantellare: pirtobrutinib approvato in Italia con rimborsabilità garantita

L’Agenzia Italiana del Farmaco approva pirtobrutinib, un inibitore di Btk reversibile per il trattamento del linfoma mantellare recidivato, mostrando una risposta globale del 56,7% nei pazienti.
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Nuova terapia per il linfoma mantellare: pirtobrutinib approvato in Italia con rimborsabilità garantita - (Credit: www.adnkronos.com)

L’Agenzia Italiana del Farmaco ha recentemente approvato la rimborsabilità di pirtobrutinib, una nuova terapia mirata indirizzata a pazienti adulti affetti da linfoma mantellare recidivato o refrattario. Questa molecola è la prima nel suo genere a essere un inibitore di Btk reversibile, aprendo nuove prospettive nel trattamento della malattia. I risultati dello studio clinico Bruin hanno mostrato una risposta globale nel 56,7% dei pazienti trattati, evidenziando la potenziale efficacia di questa opzione terapeutica. I dettagli di questa innovazione sono stati presentati in una conferenza stampa tenutasi a Roma.

Cosa è il linfoma mantellare e come si manifesta

Il linfoma mantellare è un tumore del sangue che origina nei linfonodi e proviene dai linfociti B. Secondo Marco Ladetto, presidente della Fondazione Italiana Linfomi, questo tipo di linfoma rappresenta circa il 6% dei linfomi non Hodgkin, con circa 860 nuovi casi diagnosticati in Italia ogni anno. La maggior parte dei pazienti colpiti ha un’età superiore ai 65 anni.

La malattia è conseguenza di una mutazione genetica nei linfociti B, nota come traslocazione t. Questa anomalia porta alla produzione eccessiva di ciclina D1, favorendo la proliferazione incontrollata di linfociti B che tendono ad accumularsi in diverse aree del corpo. I sintomi potrebbero manifestarsi in vari modi: un ingrossamento dei linfonodi, una localizzazione gastroenterica con sintomi simili a gastrite o colite, o alterazioni dell’emocromo, tra cui linfocitosi, anemia e piastrinopenia. Altri segnali aspecifici possono includere febbre, sudorazione notturna, perdita di peso e stanchezza.

Diagnosi e stadiazione del linfoma mantellare

La diagnosi di linfoma mantellare avviene solitamente tramite un esame istologico, che richiede una biopsia del linfonodo o del tessuto interessato. A seguito della biopsia, i medici eseguono una stadiazione della malattia utilizzando tecniche di imaging come TAC, PET e risonanza magnetica. Questi esami sono fondamentali per determinare l’estensione della malattia e per assegnare uno stadio prognostico, che guiderà il piano terapeutico. È cruciale considerare non solo l’estensione della malattia ma anche le condizioni generali del paziente per personalizzare l’approccio terapeutico.

Opzioni terapeutiche e l’importanza di pirtobrutinib

Il trattamento di prima linea per il linfoma mantellare include l’immunochemioterapia. Nei pazienti più giovani e in buone condizioni, vengono utilizzati regimi di terapia intensiva per ottenere una remissione completa e facilitare un eventuale trapianto autologo di cellule staminali. Tuttavia, il linfoma mantellare è noto per la sua aggressività e alta probabilità di recidiva. In fase di recidiva, dopo i trattamenti di seconda linea, alcuni pazienti possono beneficiare di terapie cellulari come CAR-T. Pirtobrutinib si presenta come una nuova terapia mirata in grado di rispondere a esigenze cliniche precedentemente insoddisfatte, poiché è indicata anche dopo la somministrazione di un inibitore di Btk.

Ricerche e approvazione di pirtobrutinib

Nel novembre 2023, l’agenzia regolatoria europea ha approvato pirtobrutinib, supportata dai risultati dello studio Bruin, che ha coinvolto 164 pazienti già sottoposti a una media di tre linee di trattamento precedenti. I dati raccolti hanno evidenziato un’ottima risposta globale del 56,7% e una buona tollerabilità del farmaco, permettendo così ai pazienti di mantenere una qualità di vita accettabile. Questa terapia rappresenta un importante passo avanti nella cura del linfoma mantellare.

Meccanismo d’azione e vantaggi clinici di pirtobrutinib

Gli inibitori di Btk tradizionali funzionano attraverso un legame covalente, il che rende la loro azione irreversibile. Al contrario, pirtobrutinib è un inibitore reversibile, il che significa che può interagire con diverse conformazioni di Btk, offrendo un’efficacia migliorata. Questo approccio consente di mantenere livelli terapeutici sufficientemente alti nel sangue, garantendo un effetto duraturo. Inoltre, poiché non dipende dal legame con uno specifico aminoacido, pirtobrutinib può rimanere efficace anche nei pazienti che presentano mutazioni resistenti agli inibitori covalenti.

Ultimo aggiornamento il 23 Ottobre 2024 da Laura Rossi

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