Nuova variante XEC di Covid: cosa sapere per Natale e Capodanno

La variante XEC di Sars-CoV-2 emerge in vista delle festività, mostrando similitudini con varianti vaccinali e sollevando preoccupazioni per la sua diffusione globale e l’efficacia dei vaccini.
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Nuova variante XEC di Covid: cosa sapere per Natale e Capodanno - Gaeta.it

Il virus Sars-CoV-2 continua a evolversi e la nuova variante XEC si presenta come la protagonista indiscussa delle imminenti festività natalizie e di Capodanno. Sebbene l’attenzione mediatica si sia affievolita, Covid è ancora presente e sta emergendo in nuove forme. In questo articolo, analizzeremo le caratteristiche di XEC, la sua diffusione e l’impatto sui vaccini attuali.

L’efficacia dei vaccini contro XEC

Ciò che colpisce degli esperti riguardo la variante XEC è la sua somiglianza con le varianti attualmente mirate dai vaccini. Secondo Nicole Doria-Rose, responsabile della sezione Antibody Immunity al Vaccine Research Center, XEC è un “ricombinante di discendenti di Omicron” e presenta solo quattro cambiamenti di aminoacidi rispetto alle varianti JN.1 e KP.2. Queste similitudini suggeriscono che i vaccini in circolazione continueranno a fornire una certa protezione contro questa nuova variante.

L’importanza di mantenere alta la copertura vaccinale appare cruciale. Con l’approccio del periodo festivo, la domanda di vaccinazioni potrebbe aumentare, e la consapevolezza riguardo XEC diventa fondamentale per prevenire un incremento dei casi. Gli esperti sottolineano che, nonostante le mutazioni, i vaccini sembrano ancora efficaci nel prevenire i casi gravi di malattia, pur non garantendo sempre la completa immunità contro le infezioni.

Origine e diffusione della variante XEC

Per comprendere la genesi della variante XEC, è utile sapere che tali mutazioni avvengono spesso in persone immunodepresse che combattono contemporaneamente più varianti di Sars-CoV-2. L’epidemiologo Bill Hanage ha ipotizzato che XEC possa essere emersa in un tifoso durante l’Euro 2024, un importante torneo calcistico tenutosi in Germania, dove la variante è stata identificata per la prima volta il 7 agosto.

Se è difficile identificare con certezza il luogo in cui è iniziata la diffusione di XEC, gli esperti concordano sull’importanza di monitorare la sua crescita. Data la continua riunificazione di persone in eventi pubblici, ci sono molte occasioni in cui nuove varianti possono emergere. Recentemente, XEC ha guadagnato terreno a livello globale, rappresentando circa il 17% delle sequenze di Sars-CoV-2 nella seconda settimana di ottobre, e continua a diffondersi in America, Europa e nel Pacifico occidentale.

Il potenziale dominio di XEC e i suoi effetti

Gli esperti prevedono che la variante XEC giocherà un ruolo significativo nella trasmissione di Covid nei prossimi mesi. Anche se non è né confermato né scontato che diventi la variante dominante, secondo Hanage le probabilità sono elevate. Importante è sottolineare che non ci sono indicazioni che XEC provochi sintomi più gravi rispetto ad altre varianti in circolazione, il che offre un certo grado di fiducia agli operatori sanitari e alla popolazione.

Negli anni precedenti, il numero di casi di Covid tendeva a crescere dopo le festività. Sarà interessante vedere se XEC influenzerà questo trend nel breve termine. Ci sono segnali che suggeriscono che la variante potrebbe non manifestarsi in forma tra virale estrema, e ciò potrebbe ridurre la pressione sulle strutture sanitarie.

La strategia evolutiva del virus

La ricombinazione di varianti come XEC gioca un ruolo chiave nella capacità del virus di adattarsi e diffondersi. Kei Sato, virologo dell’Università di Tokyo, ha evidenziato come questo meccanismo consenta al virus di aumentare la trasmissibilità e di eludere le risposte immunitarie. Nel corso degli anni, molte varianti ricombinanti sono emerse, ma la sorveglianza globale ha subito un rallentamento, complicando il monitoraggio.

Sato ha recentemente pubblicato uno studio in cui analizza le caratteristiche virologiche di XEC, indicando come questa variante presenti un numero di riproduzione effettivo che supera del 13% quello della variante KP.3.1.1, predominante a inizio novembre. Questa scoperta richiama all’attenzione la necessità di continuare a studiare e monitorare le nuove varianti, per tenere informate le autorità sanitarie e pianificare una risposta adeguata, specialmente nei contesti di rischio più elevato per la salute pubblica.

Ultimo aggiornamento il 24 Novembre 2024 da Laura Rossi

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