Le dinamiche della criminalità organizzata a Napoli Ovest stanno subendo significativi cambiamenti, come rivelato nell’interrogatorio di Gaetano Vigilia, uno degli ultimi collaboratori di giustizia della zona. Le sue dichiarazioni, rilasciate durante un’interrogazione avvenuta il 12 ottobre 2023 nel carcere di Tolmezzo, offrono una nuova visione delle alleanze tra i clan, evidenziando il tentativo di contrastare l’ascesa del clan Grimaldi. I dettagli di questi legami e delle tensioni storiche tra i gruppi criminali sono al centro delle indagini della Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli.
Il nuovo accordo tra i clan
Gaetano Vigilia ha rivelato che durante la sua detenzione ha assistito alla costituzione di un’alleanza tra i giovani boss Emanuele Mariscano, di Pianura, e Alfredo Vigilia junior, di Soccavo. Secondo le sue affermazioni, questo accordo è quindi stato una risposta strategica contro il clan Grimaldi, che stava acquisendo potere e influenza nella regione. Prima di questo sviluppo, i rapporti tra Mariscano e Vigilia junior erano caratterizzati da rivalità e conflitti, tanto da portare, in un’occasione, all’allontanamento di un giovane spacciatore dal quartiere di Soccavo.
Vigilia ha spiegato: “Emanuele Mariscano è il capo del clan”, sottolineando un legame che risale alla loro infanzia. Questa nuova alleanza segna un cambiamento nel panorama criminale locale, fungendo da scudo contro le pressioni esterne provenienti dal clan Grimaldi. È interessante notare l’influenza dei membri affiliati, come Francesco Marfella e Christian Titas, che hanno contribuito a queste dinamiche in modo significativo.
Le implicazioni dell’alleanza
La collaborazione tra i clan Vigilia e Mariscano è stata concretizzata tramite alleanze operative e supporto reciproco. Dopo un blitz avvenuto nel luglio 2022, i membri del clan Marsicano hanno iniziato a collaborare strettamente con i Vigilia, creando un gruppo più coeso e organizzato. Nonostante le tensioni pregresse, il riavvicinamento ha permesso una certa stabilità all’interno delle rispettive organizzazioni.
Vigilia ha specificato che alcuni membri del clan Marsicano, come Emanuele Summa e Rosario Maglione, hanno rivestito ruoli di rilevo nelle attività illecite, inclusi estorsioni e traffico di sostanze stupefacenti. I collegamenti tra i vari gruppi criminali evidenziano un tessuto complesso di alleanze, pronte a fronteggiare le svariate minacce e le rivalità interne. La descrizione del legame tra i clan è amplificata dall’interrogatorio in cui Vigilia specifica i ruoli e i legami familiari tra i membri, tracciando un quadro della situazione sempre più intricato.
Tattiche operative e comunicazioni tra i clan
Il collaboratore di giustizia ha fatto luce sulle operazioni quotidiane all’interno del clan, dove diversi membri sono stati coinvolti in estorsioni e traffico di droga anche mentre, a causa delle tensioni, si nascondevano per paura di essere uccisi. È emerso che, nonostante la precarietà della situazione, le attività criminali non si sono mai fermate. Le intercettazioni telefoniche hanno rivelato ulteriori dettagli sulle aspirazioni dei membri, come dimostrato dalla conversazione di Francesco Marfella con una ragazza, dove esprimeva la volontà di espandere il proprio controllo a Soccavo.
Marfella ha dichiarato: “Mò devo fare la guerra mia a Soccavo”, svelando la sua determinazione a consolidare il potere nella zona e sostenere i membri detenuti del suo clan. Il linguaggio utilizzato nei dialoghi mostra un’evidente volontà di mantenere un controllo affermato, segno di una realtà dove le alleanze intessute tra i clan non sono solo per protezione, ma anche per l’espansione e la gestione delle attività illegali.
Un quadro complesso
I dettagli emersi dall’interrogatorio di Gaetano Vigilia offrono uno sguardo inquietante sulla complessità delle relazioni tra le organizzazioni criminali di Napoli Ovest. Le alleanze tra i clan, storicamente influenzate da rivalità, indicano ora una risposta collettiva alle nuove minacce, come quella rappresentata dal clan Grimaldi. Lo stato delle relazioni tra i gruppi e le loro operazioni suggeriscono una sterzata verso una forma di cooperazione, controbilanciata da tensioni intrinseche.
Questa nuova fase della criminalità organizzata a Napoli è il risultato di negoziazioni e rivalità che continuano a evolversi, portando a un contesto sempre più instabile. Gli sviluppi come quelli testimoniati da Vigilia potrebbero avere un impatto considerevole sulle indagini e sul futuro delle operazioni delle forze dell’ordine nella zona.
Ultimo aggiornamento il 27 Novembre 2024 da Armando Proietti