Le recenti modifiche legislative hanno portato a chiarimenti riguardo l’erogazione di bonus e indennità per i lavoratori, in particolare quelli con contratto part-time. Le nuove regole sono simili a quelle già applicate in passato, ma necessitano di un approfondimento sul calcolo e sulla documentazione necessaria, per garantire che i diritti dei lavoratori siano tutelati senza incorrere in errori o richieste di restituzione.
Rischi e indennità sui redditi presunti
Una delle domande più frequenti è se ci sia il rischio di dover restituire somme percepite come indennità. Sebbene questo rischio esista, il contesto attuale è simile a quello già vissuto con il bonus di 80 euro e il Tirocinio di Inclusione di 100 euro. In questi casi, i criteri di concessione erano chiari e trasparenti. La situazione attuale espone a problematiche simili, dove la questione della restituzione delle indennità dipenderà da come i lavoratori presenteranno le loro domande e da come tali domande saranno elaborate da Agenzia delle Entrate.
Bonus per lavoratori part-time: calcoli e detrazioni
Un altro aspetto importante riguarda l’erogazione del bonus ai lavoratori part-time. Secondo le attuali disposizioni, l’indennità viene erogata per intero indipendentemente dall’orario di lavoro stabilito nel contratto. Tuttavia, si devono considerare le detrazioni specificate dall’articolo 13 del Testo Unico delle Imposte sui Redditi . Questo implica che, nonostante il contratto di lavoro possa indicare ore ridotte, l’importo dell’indennità non è suddiviso, ma resta fisso e determinato sulla base della situazione lavorativa annuale.
Giornate di detrazione e più rapporti part-time
La gestione delle giornate di detrazione diventa complessa quando ci sono più rapporti di lavoro part-time nel corso dell’anno. In questo caso, l’indennità si calcola sulla base delle giornate di detrazione spettanti nel periodo annuale. Ad esempio, se un lavoratore ha diversi contratti che coprono il secondo semestre dell’anno, il conteggio delle giornate di lavoro per il bonus non si sommerebbe tra i vari datori di lavoro ma si limiterebbe ai giorni di lavoro effettivi, che in questo esempio potrebbero essere 184 su un totale di 365 giorni.
Obbligo di dichiarazione per il bonus
Riguardo la necessità di presentare nuove dichiarazioni per ricevere l’indennità, va notato che il comma 4 dell’art. 2-bis del D.L. n. 113/2024 stabilisce che la richiesta deve essere presentata dal lavoratore, il quale deve attestare di avere diritto all’indennità e fornire il codice fiscale del coniuge o del convivente, insieme ai dati dei figli. Recentemente, è stato introdotto un obbligo aggiuntivo di includere anche il codice fiscale del convivente nella domanda. Se un lavoratore non rientra in queste categorie, potrà continuare senza presentare ulteriori dichiarazioni. Questa regola è stata confermata anche dall’Agenzia delle Entrate nella circolare n. 22/E, diffusa il 20 novembre 2024.
Corresponsione dell’indennità insieme alla tredicesima
Un tema molto dibattuto riguarda la possibilità di ricevere l’indennità insieme al rateo mensile di tredicesima. La normativa attuale conferma che questa pratica è correntemente possibile. L’art. 2-bis del D.L. n. 113/2024 stabilisce che l’indennità deve essere corrisposta contemporaneamente alla tredicesima, senza condizioni specifiche riguardo la decorrenza. Di conseguenza, i lavoratori possono aspettarsi che l’importo venga incluso nella busta paga di novembre, coincidente con il pagamento del rateo di tredicesima.
Queste disposizioni moderne mirano a semplificare e rendere più chiaro il sistema di indennità per tutti i lavoratori, evitando fraintendimenti e facilitando l’accesso a diritti già acquisiti.
Ultimo aggiornamento il 29 Novembre 2024 da Donatella Ercolano