Nuove indagini sul delitto Scopelliti: ricostruzione dell'agguato a Villa San Giovanni

Nuove indagini sul delitto Scopelliti: ricostruzione dell’agguato a Villa San Giovanni

La DDA ricostruisce l’omicidio del giudice Antonino Scopelliti a Piale, utilizzando l’auto del magistrato e un fucile replica per verificare le dichiarazioni di Maurizio Avola, collaboratore di giustizia.
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Nuove indagini sul delitto Scopelliti: ricostruzione dell'agguato a Villa San Giovanni - Gaeta.it

Nei prossimi giorni, la Direzione distrettuale antimafia riceverà un’informativa riguardante i rilievi effettuati la mattina del 9 agosto a Piale, frazione di Villa San Giovanni. Qui, nel 1991, il giudice Antonino Scopelliti è stato assassinato in un agguato. Scopelliti, sostituto procuratore generale della Cassazione, aveva un ruolo cruciale nel maxiprocesso contro Cosa nostra.

Ricostruzione della scena del crimine

Oggi, in un atto che segna un passo significativo nelle indagini, gli investigatori hanno riprodotto la scena dell’omicidio utilizzando l’auto del magistrato, una Bmw 318i, che era conservata dalla sua famiglia. Questo veicolo è stato posizionato nello stesso punto in cui Scopelliti è stato colpito a morte. Accanto a esso, è stata collocata una moto Honda Gold Wing 1200, un modello identico a quello che, secondo le dichiarazioni di Maurizio Avola, uno dei collaboratori di giustizia, sarebbe stato utilizzato durante l’attacco.

Avola ha affermato, in tempi recenti, di essere uno dei due autori dell’omicidio e la sua testimonianza è stata determinante per la nuova ricostruzione. Per aiutare gli investigatori, la Dda ha richiesto e ottenuto una replica fedele del fucile calibro 12 della marca Arrizabala, lo stesso tipo dell’arma ritrovata da Avola nel 2018. Questo fucile, interrato in un fondo agricolo in provincia di Catania, verrà usato per confermare le modalità con cui è avvenuto l’agguato. Stando a quanto emerso, il fucile originale versava in pessime condizioni, ecco perché si è deciso di realizzarne una riproduzione.

Verifica delle dichiarazioni di Avola

Negli anni, le dichiarazioni di Avola hanno costretto la Dda a riesaminare il caso in modo approfondito. Avola ha specificato che, durante l’agguato, furono esplosi tre colpi di fucile caricato a pallettoni. Le nuove tecniche investigative impiegate per ricostruire la scena del crimine permetteranno di riscontrare e verificare la veridicità di queste affermazioni, ponendo particolare attenzione a ogni dettaglio. Queste pratiche potrebbero anche portare a nuove scoperte che arricchiranno le informazioni raccolte 34 anni fa durante le indagini iniziali.

La posizione esatta della Bmw e della moto è stata stabilita di fronte alla pm della Dda, Sara Parezzan. Questa ricostruzione si svolge in un contesto in cui le autorità cercano di riportare alla luce fatti obliati nel tempo e richiami a una verità rimasta per troppo a lungo silenziosa.

Gli sviluppi delle indagini

Finora, gli inquirenti hanno mantenuto il riserbo sugli elementi attuali delle indagini che, nonostante passino gli anni, non risultano mai fermarsi. Non si esclude che la Dda abbia acquisito nuove informazioni che potrebbero rivelarsi cruciali. Nel recente passato, il numero di avvisi di garanzia, ben 17, è aumentato nei confronti di boss e affiliati di diverse cosche, inclusi collegamenti con Matteo Messina Denaro, noto per il suo ruolo apicale nella mafia siciliana.

In un caso di tale rilevanza e complessità, ogni nuovo elemento di prova può rivelarsi fondamentale. Le ricostruzioni avvenute oggi sono solo l’ultimo tentativo di colmare le lacune di una vicenda che ha segnato la storia della giustizia italiana e la lotta contro la criminalità organizzata. Gli sviluppi e le indagini proseguiranno per far luce su una verità che attende di emergere.

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