Il Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria ha recentemente introdotto delle linee guida che rinnovano le modalità di gestione dei colloqui intimi all’interno degli istituti penitenziari italiani. Queste nuove disposizioni, firmate da Lina Di Domenico, volto noto del Dap, mirano a regolare il diritto all’affettività dei detenuti, permettendo ai partner di avere un contatto diretto che favorisca la stabilità emotiva e relazionale. L’iniziativa si inserisce in un contesto più ampio di riforma del sistema penitenziario, dove il benessere psicologico dei detenuti gioca un ruolo cruciale.
Modalità di svolgimento dei colloqui intimi
Le nuove disposizioni prevedono che i colloqui intimi avvengano in apposite stanze, dotate di letti e servizi igienici, ma non sarà possibile chiudere la porta dall’interno. Questo aspetto è stato pensato per garantire la sicurezza sia dei detenuti che del personale. Le stanze saranno sorvegliate da agenti di polizia penitenziaria, equipaggiati per controllare l’accesso e assicurarsi che le norme vengano rispettate. La durata massima degli incontri è fissata a due ore, e il numero di visite consentite sarà equivalente a quelle visive attualmente previste per i detenuti.
Le nuove linee guida stabiliscono che solo il coniuge o chi vive stabilmente con il detenuto può partecipare a questi incontri, limitando così l’accesso e garantendo che le dinamiche affettive siano genuine e riconosciute. Questo cambio di passo evidenzia un’attenzione crescente verso il diritto dei detenuti di mantenere legami significativi anche dietro le sbarre.
Obiettivi delle linee guida del Dap
Il Dap ha introdotto queste linee guida con un obiettivo ben preciso: garantire ai detenuti l’esercizio del loro diritto all’affettività . Questo diritto è stato riconosciuto dalla sentenza della Corte Costituzionale n. 10 del 2024, che ha sottolineato l’importanza di mantenere rapporti affettivi sani anche in un ambiente detentivo. Le disposizioni cercano di fissare chiaramente le modalità e i termini di fruizione di questi diritti, identificando in modo preciso i destinatari, le modalità di concessione, la frequenza e la durata dei colloqui.
Questa iniziativa riflette un cambiamento di paradigma nell’approccio al trattamento dei detenuti, dove la dignità umana e la possibilità di mantenere vissuti affettivi vengono considerate fondamentali per il processo di riabilitazione. Un ambiente carcerario che promuove la salute mentale attraverso relazioni significative è visto come un passo essenziale verso la rieducazione.
Chi può beneficiare delle nuove regole?
La platea di detenuti che potrà beneficiare di queste nuove norme è piuttosto ampia, considerando i dati aggiornati fino a dicembre 2024, che parlano di quasi 17.000 detenuti potenzialmente coinvolti. Tuttavia, ci sono alcune eccezioni importanti. Non potranno usufruire di questi colloqui intimi i detenuti sottoposti ai regimi di sicurezza speciali previsti dall’Ordinamento penitenziario, come i casi 41-bis e 14-bis. Altri esclusi includono coloro che hanno ricevuto permessi per uscire almeno una volta nell’anno precedente o chi ha commesso infrazioni disciplinari recenti .
In aggiunta, i detenuti che verranno trovati in possesso di sostanze stupefacenti, telefoni cellulari o oggetti pericolosi saranno automaticamente esclusi da questi incontri, rafforzando l’idea che la sicurezza sia una priorità nell’attuazione delle nuove misure.
L’importanza delle strutture adatte
Un aspetto cruciale delle nuove linee guida riguarda la scelta delle strutture idonee per i colloqui intimi. Saranno i provveditori a identificare quali carceri possano garantire l’integrità e la sicurezza degli incontri, predisponendo anche le necessarie misure organizzative. Le circolari stabiliscono che la biancheria necessaria per i colloqui deve arrivare direttamente dalle persone autorizzate e sarà soggetta a controllo, per garantire il rispetto delle norme di sicurezza e igiene.
Questa attenzione nella scelta delle strutture e nella gestione dei colloqui intimi sottolinea un impegno serio verso la creazione di un ambiente controllato e sicuro, dove i rapporti interpersonali possano avvenire nel rispetto delle regole, preservando al contempo la dignità delle persone coinvolte. Il futuro delle relazioni affettive in carcere sembra quindi orientato verso una maggiore umanizzazione e considerazione delle esigenze dei detenuti, riflettendo un cambiamento importante nei protocolli carcerari.