Il recente decreto firmato da Vladimir Putin ha portato a un massiccio reclutamento di 160mila soldati, parte della nuova leva di primavera. Questo sviluppo ha suscitato preoccupazioni e polemiche nel Paese, in quanto la polizia russa ha iniziato a effettuare operazioni di rastrellamento nelle palestre alla ricerca di potenziali reclute. In un mese, le forze dell’ordine sono intervenute diverse volte in varie città , tra cui Mosca, San Pietroburgo, Irkutsk ed Ekaterinburg. Questo racconto si concentra sulle modalità di reclutamento e sulle esperienze vissute dai cittadini durante queste operazioni.
I metodi di selezione delle reclute
Secondo un report di Current Time, gli agenti di polizia adottano una strategia singolare durante le operazioni di reclutamento. Un passo cruciale è la separazione tra russi e non russi. Gli uomini di origine russa sono dunque scortati verso uffici di reclutamento, mentre i non russi si trovano spesso accusati di reati minori, come vandalismo o violazioni delle leggi sull’immigrazione, per poi essere deportati nel caso decidano di rifiutare il reclutamento.
Un evento significativo si è verificato il 30 marzo scorso, quando è stata effettuata un’irruzione in una palestra della catena Spirit Fitness nella regione di Mosca. Pochi giorni dopo, un’altra struttura della medesima catena è stata controllata. Durante questi interventi, il personale di polizia ha permesso alle donne di lasciare le palestre, mentre gli uomini sono stati costretti a rimanere e a identificarsi, suddivisi secondo la nazionalità e l’etnia percepita. L’accento era posto non solo sull’identificazione, ma anche sull’età dei reclutabili.
Testimonianze di chi ha vissuto l’esperienza
I racconti di chi si è trovato coinvolto in queste operazioni di reclutamento offrono uno spaccato della realtà vissuta all’interno delle palestre. Un frequentatore ha condiviso la sua esperienza, raccontando: “Ero sul tapis roulant e guardavo una serie. All’improvviso, qualcuno mi ha toccato la spalla. Sono sceso dal tapis roulant e ho visto tutti a terra, con la faccia rivolta al pavimento.” Questo scenario riflette il clima di ansia che si respira in questi contesti.
Altri testimoni hanno confermato la modalità di controllo: “Non ci hanno costretto a stenderci per terra, ma hanno chiesto a tutti i documenti. Alcuni sono stati portati via.” Questo approccio genera un forte senso di insicurezza e di vulnerabilità tra i cittadini, mettendo in luce la fragilità della libertà personale in situazioni di emergenza.
Anastasia, una residente fuori Mosca, ha descritto i tentativi precedenti di reclutamento per suo marito, avvenuti due anni fa. “Ora hanno di nuovo trascinato mio marito a un centro di reclutamento. Sono corsa con i documenti, ma non lo hanno lasciato andare fino all’arrivo dell’avvocato. Gli hanno detto che doveva ripresentarsi, ma lui ha preso le ferie per evitare di essere fermato mentre si reca al lavoro,” ha spiegato, evidenziando le strategie adottate per sfuggire a un reclutamento forzato.
Effetti sulla vita quotidiana e le ripercussioni sociali
Le recenti operazioni di reclutamento in Russia hanno un impatto significativo sulle vite quotidiane dei cittadini. La paura di essere coinvolti in questi rastrellamenti costringe molte persone a modificare le proprie routine e a prendere misure precauzionali per evitare di essere identificati come potenziali soldati da reclutare. Questo clima di tensione influisce non solo sugli uomini, ma anche sulle loro famiglie, creando un ambiente di ansia e incertezza.
Le notizie di irruzioni nelle palestre hanno generato discussioni tra la popolazione, alimentando una crescente diffidenza nei confronti delle autorità . Inoltre, le modalità adottate dagli agenti di polizia pongono interrogativi sulle pratiche legali e sui diritti civili nel Paese, sollevando questioni relative alla legittimità delle operazioni di reclutamento e al rispetto dei diritti umani.
Il quadro fornito da queste testimonianze e dalla cronaca quotidiana rappresenta un aspetto cruciale della società russa contemporanea, riflettendo non solo l’andamento delle politiche di reclutamento, ma anche le preoccupazioni di una popolazione che vive un periodo di grandi cambiamenti e di incertezze politiche.