Il governo italiano ha approvato un significativo riordino delle accise sui carburanti, che impatterà in modo diretto sul prezzo del diesel e della benzina. La riforma, annunciata nel Piano strutturale di bilancio lo scorso settembre, è stata recentemente confermata nel quindicesimo decreto di attuazione della riforma fiscale. Oltre alle modifiche sulle accise, il decreto comprende anche la proroga dell’adesione al concordato preventivo, che offrirà maggiori opportunità alle imprese in difficoltà .
Riforma delle accise: cosa cambia per prezzi e consumatori
Il nuovo riordino delle accise prevede un riallineamento che porterà a un aumento del prezzo del diesel di circa 1-2 centesimi, mentre la stessa cifra dovrebbe ridurre il costo della benzina. Attualmente, le accise sul gasolio ammontano a circa 62 centesimi al litro, mentre quelle sulla benzina si attestano intorno ai 73 centesimi. Secondo le stime del Codacons, un incremento di 1 centesimo sul prezzo del diesel comporterà un costo aggiuntivo di circa 0,61 euro su un pieno da 50 litri.
Il ministro dell’Economia, Leo, ha sottolineato che questa riforma mira a semplificare il sistema tributario e a garantire una maggiore trasparenza tra Stato e contribuenti. Infatti, il decreto prevede un’accrescita delle risorse che saranno destinate al trasporto pubblico locale, in linea con gli impegni assunti dal governo nel Piano nazionale di ripresa e resilienza . Le nuove aliquote relative alle accise saranno fissate da un decreto interministeriale che coinvolgerà i ministeri dell’Ambiente, Economia, Trasporti e Agricoltura, e dovranno essere riordinate nel corso dei prossimi cinque anni.
Proroga del concordato preventivo: nuove opportunità per le aziende
Un altro importante provvedimento contenuto nel decreto riguarda la proroga dell’adesione al concordato preventivo biennale. Questo provvedimento consente alle imprese di posticipare la scadenza per la presentazione della domanda dal 31 luglio al 30 settembre. Nonostante ciò, le aziende che adottano il regime forfettario saranno escluse da questa opportunità , evidenziando l’intento del governo di riservare queste misure a quelle realtà particolarmente in difficoltà .
La modifica del concordato preventivo è stata concepita per venire incontro alle esigenze delle aziende in crisi, offrendo loro uno strumento di salvaguardia e ristrutturazione. Inoltre, il decreto introduce la possibilità di conciliazione giudiziale per tutti i ricorsi pendenti in Cassazione, ampliando così la portata di questo strumento a tutti i ricorsi e non solo a quelli presentati dopo il 5 gennaio 2024. Questo cambiamento rappresenta un’importante semplificazione del carico processuale, permettendo alle imprese di risolvere le vertenze in modo più celere e diretto.
Semplificazione fiscale e contributi per il settore vitivinicolo
Oltre alle accise e al concordato preventivo, il decreto introduce anche misure di semplificazione fiscale che mirano a facilitare gli adempimenti e i versamenti per le imprese. Questo intervento è parte di un più ampio sforzo per modernizzare e rendere più efficiente l’intero sistema fiscale italiano.
In particolare, è stata prevista la revoca dell’obbligo di incasso anticipato delle accise per alcuni settori strategici, come quello del vino dealcolato. Questa misura consente alle aziende vinicole di pianificare meglio i loro investimenti e di affacciarsi su nuovi mercati, facilitando la loro competitività a livello internazionale.
Con queste misure, il governo intende non solo garantire un sistema fiscale più equo e moderno, ma anche incentivare la crescita e la sostenibilità di settori chiave per l’economia italiana, in un contesto globale in continua evoluzione.