La Sardegna torna a far sentire la propria voce con una nuova mobilitazione di allevatori e agricoltori, che scenderanno in piazza per difendere i diritti e le necessità del settore primario. Dopo la manifestazione del febbraio 2019, quando i pastori manifestarono contro il basso prezzo del latte ovino, si ripresenta una crisi profonda nella campagna sarda. Quest’anno, il focus sarà sui mancati pagamenti di rimborsi e contributi, segnali di un sistema in affanno e sempre più distante dalle esigenze degli operatori.
La manifestazione del 21 marzo: dettagli e organizzazione
La protesta è stata fissata per venerdì 21 marzo alle 18 e coinvolgerà un corteo di trattori e automezzi. Le due colonne si raduneranno in punti strategici del Nuorese: il primo gruppo partirà da Ottana, il secondo da Sologo. Entrambi si dirigeranno verso un punto di incontro sulla Statale 131 dcN, precisamente all’altezza della zona industriale di Nuoro a Pratosardo. Qui, i manifestanti rappresenteranno simbolicamente il malcontento di un’intera categoria che fatica a trovare ascolto e supporto. Durante il passaggio, il traffico subirà rallentamenti significativi, sottolineando l’urgenza della questione.
Le motivazioni dietro la mobilitazione
Questa nuova mobilitazione nasce da un’assemblea svolta il 15 marzo, alla quale hanno partecipato circa un migliaio di pastori, agricoltori e sindaci. Il messaggio è chiaro e di forte impatto: le istituzioni regionali non possono ignorare un settore vitale per l’economia della Sardegna. La protesta si configura non solo come manifestazione di malcontento, ma anche come richiesta di un dialogo costruttivo e necessario. Le problematiche affrontate vanno dal prezzo del latte agli arretrati non saldati dai vari enti pubblici, elementi che mettono in discussione la sostenibilità economica delle aziende agricole e zootecniche.
L’importanza del dialogo per il futuro del settore
Tutti i partecipanti hanno espresso un forte desiderio di dialogo e cooperazione con le autorità locali e regionali. Si evidenzia la necessità di un intervento immediato per risolvere le criticità economiche. Senza un confronto diretto e una gestione attiva delle problematiche riscontrate nel settore primario, la situazione rischia di peggiorare ulteriormente, compromettendo la produzione e il mantenimento delle tradizioni legate all’agricoltura e all’allevamento.
La mobilitazione si preannuncia un momento cruciale per rilanciare l’attenzione su un comparto che, nonostante le difficoltà, rappresenta una parte significativa dell’identità culturale e sociale della Sardegna. Agricoltori e allevatori stanno facendo sentire la loro voce non solo per i diritti economici, ma anche per garantire un futuro ai prossimi generazioni e per preservare il patrimonio agroalimentare dell’isola.