Il recente aggiornamento dell’articolo 187 del Codice della strada, modificato dalla Legge 177/2022 e in vigore dal 14 dicembre 2024, ha suscitato forti preoccupazioni tra gli automobilisti. Le nuove disposizioni hanno ampliato la possibilità di sanzionare i conducenti che risultano positivi ai test per la presenza di sostanze stupefacenti, creando il rischio di ingiuste penalizzazioni.
Penali severe per la guida sotto effetto di sostanze
La legge stabilisce che chi guida dopo aver assunto sostanze stupefacenti o psicotrope affronta sanzioni pesanti. Le pene pecuniarie oscillano tra i 1.500 e i 6.000 euro, accompagnate da un periodo di arresto che va da sei mesi a un anno. Inoltre, è prevista una sanzione amministrativa accessoria: la sospensione della patente, che può variare da uno a due anni. In caso il veicolo appartenga a una persona non coinvolta nel reato, il periodo di sospensione si raddoppia. Queste regole si applicano anche ai conducenti che rientrano nel comma 1 dell’articolo 186-bis, con sanzioni aumentate da un terzo alla metà .
Una modifica fondamentale è stata l’eliminazione del riferimento allo stato di alterazione psico-fisica, che prima manteneva come criterio per accertare una violazione. Ora, non è più necessario trovarsi in uno stato di evidente alterazione; basta risultare positivi ai test per le sostanze per incorrere nelle sanzioni previste.
Test salivari e possibilità di errori
La nuova normativa affida l’accertamento dell’uso di sostanze al test salivare. Tuttavia, i risultati di questi screening preliminari sono soggetti a contestazioni, dato che possono indicare falsi positivi dovuti a vari fattori, come l’assunzione di alcuni farmaci comuni. Farmaci antinfiammatori e antidepressivi, ad esempio, possono influenzare i risultati, portando a diagnosi errate. È noto che prodotti come il MORNIFLU possono alterare i test effettuati, evidenziando l’esigenza di ulteriori indagini più approfondite per confermare la presenza di droghe.
Questo sistema di accertamento è un approccio iniziale e non definitivo. La legge, pertanto, genera un contesto in cui conducenti che non sono sotto effetto di stupefacenti e mantengono il controllo delle proprie capacità possono comunque vedersi inflitte sanzioni severe, a causa di test che, in alcuni casi, non garantiscono un risultato affidabile.
Conseguenze della nuova legislazione
Le nuove regole introducono una situazione complicata e potenzialmente ingiusta per molti automobilisti. Chi, ad esempio, consumi sostanze lecite o farmaci prescritti che non compromettono realmente le abilità di guida, può trovarsi a fronteggiare la revoca della patente per un lasso di tempo significativo, fino a tre anni. In questo modo, il rischio di una sanzione automatica diventa una realtà , indipendentemente dalla condotta effettiva alla guida.
Se le forze dell’ordine conducono test salivari e questi evidenziano positività , il ritiro della patente diventa una pratica sistematica, senza tenere conto della situazione effettiva del conducente. Questo approccio ha il potenziale di aumentare il contenzioso legale legato alle sanzioni stradali e generare disagio per i lavoratori e le famiglie.
Urgenza di una revisione normativa
La mancanza di un adeguato esame della durata e della permanenza delle sostanze nell’organismo ha portato a una normativa che presenta lacune significative. È fondamentale che i legislatori rivedano la legge per includere l’accertamento di uno stato di alterazione psico-fisica alla guida, per evitare che cittadini innocenti siano penalizzati ingiustamente.
L’auspicio è che le autorità competenti possano agire prontamente per riformare la legge, promuovendo un maggiore equilibrio tra la sicurezza stradale e la giusta protezione dei diritti dei cittadini alla guida. La cautela nel trattare questa tematica potrebbe prevenire conseguenze negative a lungo termine per molte persone e per la società nel suo complesso.
Ultimo aggiornamento il 27 Dicembre 2024 da Sofia Greco